Stop a Google Analytics dal Garante Privacy? Le prossime settimane decisive

Il punto su una decisione importante e storica per l'utilizzo del tool

Google Analytics

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Sta facendo molto discutere in queste ore il già rinominato stop a Google Analytics da parte del Garante della Privacy in Italia. Prima di parlare di vero e proprio blocco però, è giusto chiarire cosa è successo nelle ultime ore e quali potrebbero essere gli scenari futuri per i siti che operano nel nostro paese e che utilizzano lo strumento di tracciamento di Mountain View.

La prima cosa da dire è che il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto su un caso specifico di Caffeina Media. Tuttavia, potenzialmente, la misura potrebbe riguardare un gran numero di siti italiani che fanno uso appunto di Google Analytics per controllare la tipologia di utenza del loro spazio web, in riferimento a comportamenti di navigazione e all’indirizzo IP associato. Il Garante appunto ritiene che non ci sia adeguata protezione dei dati personali perché questi vengono trasferiti negli Stati Uniti. Proprio negli USA le agenzie di intelligence possono accedere alle informazioni senza nessuna garanzia per verifiche di vario tipo ed è questo il passaggio che l’organismo di controllo nostrano bolla come rischioso e contro il GDPR (General Data Protection Regulation).

Lo stop di Google Analytics dal Garante della Privacy segue identiche misure prese in Francia e Austria negli ultimi tempi. Ora l’organismo italiano ha intimato alla già citata Caffeina Media di operare affinché i dati dei suoi utenti non siano trasferiti negli USA entro 90 giorni, di contro a quanto prevede il regolamento GDPR europeo. La soluzione, allo stato dei fatti, non potrebbe che essere quella che prevede il non utilizzo del tool di Google e come già detto, potrebbe avere effetti su tantissimi siti italiani.

Ci sarà dunque presto l’invito generalizzato a non utilizzare più Google Analytics? In realtà Usa ed Europa stanno già studiando un nuovo accordo di collaborazione proprio in riferimento al trasferimento dati. Peccato che, nel frattempo, si brancoli nel buio e manchino indicazioni specifiche sul da farsi. Le prossime settimane, di certo, saranno chiarificatrici di una nuova gestione dei dati personali.

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