La lezione di Mario: “lavoriamo per consolidare percorsi di sviluppo che possono dare lavoro ai giovani”. Non dimentichiamola!

Mario Raffa è stato l’Adriano Olivetti della Federico II e della società meridionale, un uomo dotato di una grande visione internazionale, un innovatore sociale. Chi pensa che fosse un sognatore, sbaglia


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Università, Innovazione e Territorio: la lezione di Mario”. Oggi la figura e gli insegnamenti del professore Mario Raffa verranno ricordati dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, già rettore dell’Università di Napoli Federico II, assieme a tanti colleghi dell’ateneo Federiciano, amici, rappresentanti autorevoli di Enti, associazioni imprenditoriali e Istituzioni. Sono veramente tanti quelli che parteciperanno all’evento nell’Aula Magna L. Massimilla, di Piazzale Tecchio, a Napoli, a partire dalle 15. 

Mario Raffa è stato l’Adriano Olivetti della Federico II e della società meridionale, un uomo dotato di una grande visione internazionale, un innovatore sociale. Chi pensa che fosse un sognatore, sbaglia.

Non è più tra noi ormai da due mesi e questo suscita ancora tanta incredulità. Non è tra i suoi amati studenti, tra i suoi giovani innovatori, tra i tanti amici sparsi in ogni dove che gli hanno voluto bene, apprezzato e riconosciuto il suo alto valore umano e accademico ma soprattutto la sua vitalità nell’impegno civile e sociale e nel promuovere la diffusione della conoscenza e dell’innovazione per lo sviluppo del Mezzogiorno. Un animatore coinvolgente ed appassionato, uno dei pochi che ha lavorato concretamente per i giovani e creduto nelle loro idee e capacità innovative e imprenditoriali. Un accademico illustre, figura di spicco della comunità scientifica nazionale e internazionale, ed è stato altresì anche un uomo delle Istituzioni che sapeva calarsi e immergersi nella gestione della cosa pubblica.

Mario Raffaper noi semplicemente Mario – che ha creato il corso di ingegneria gestionale alla Federico II, nonché esponente di rilievo della Scuola Italiana di Ingegneria Gestionale, ha riunito e allevato attorno a sé un nucleo forte di giovani ricercatori e professori che costituiscono l’asse portante del corso di Ingegneria e ne custodiranno l’insegnamento e l’eredità preziosa che ha lasciato.

Ha precorso i tempi, è risultato un antesignano delle innovazioni che ha saputo con caparbietà trasferire e implementare nelle istituzioni e nel gergo comune. La sua prima creatura è stata Odisseo, immaginando un incubatore di conoscenza e di start up, portato avanti fin dalla metà degli anni ’80. Andava in giro con il suo progetto e lo presentava a chiunque ritenesse sensibile verso quelle tematiche di innovazione, non mollava mai, pervicace e ostinato, convincente fino allo stremo.

Ha avuto ragione, ha creato e imposto una idea concreta del sistema di relazioni gestionali e tecnologiche, ha saputo creare un ecosistema capace di promuovere e sostenere anche finanziariamente le idee dei giovani. Oggi in tanti si ispirano al suo insegnamento e sembra diventata una pratica comune far nascere un incubatore.

Il Sud non cresce se non fa rete e se non si crea diffusamente la cultura gestionale di impresa, soleva dire spesso. Così come bisogna creare le condizioni materiali e di sviluppo per l’occupazione e il futuro dei giovani. A lui si deve la nascita della nascita Start Cup Federico II, a lui si deve la creazione dell’associazione nazionale PNICube.

Il mentore di tantissimi giovani, una persona pura e vera. Un entusiasmo ed una passione che travolgeva tutti quelli che lo ascoltavano. Un importante innovatore, il primo che ha iniziato a credere e a sostenere le idee dei giovani, a supportarli nella trasformazione di progetti di impresa.

Questo il suo pallino fondamentale espresso con chiarezza in uno dei suoi ultimi messaggi whatsapp: “Lavoro e lavoriamo per consolidare percorsi di sviluppo che possono dare vero lavoro ai giovani”. Questa la lezione di Mario. Non dimentichiamola!