Fare sport per migliorare il benessere psicofisico e allo stesso tempo prendersi cura dell’ambiente. E’ questa la mission del plogging, la disciplina sportiva che potrebbe diventare un trend in tutta Europa. Consiste nell’unire la corsa con la raccolta di rifiuti che si trovano lungo il percorso.
Il nome plogging deriva dalla fusione di due termini: “plocka upp”, che in svedese significa “raccogliere”, e “running”, ovvero “correre” in inglese.
L’origine del plogging è riconducibile al runner svedere Erik Alhstorm, che nel 2017 pubblicò su Facebook un’iniziativa da lui promossa a Stoccolma per raccogliere rifiuti in strada durante il jogging. Nel giro di pochi anni sempre più runner hanno iniziato a seguire le orme di Alhstrom, fermandosi a raccogliere bottiglie di plastica, cartacce, lattine mentre svolgevano il loro usuale allenamento. La diffusione di questa attività è stata tale che nel 2021, in Val Pellice, si è svolto anche il primo Campionato Mondiale di Plogging.
Questo tipo di allenamento oltre a diffondere il concetto di ecosostenibilità, comporta anche notevoli benefici per il fisico. Alternare momenti di corsa a pause, durante le quali si compiono anche altri movimenti, tipo gli squat, per raccogliere i rifiuti è un vero e proprio allenamento a intervalli, utile per bruciare più calorie e migliorare la resistenza. Combinare sport e impegno civile aiuta anche a migliorare la fiducia in se stessi e l’autostima per aver compiuto un gesto utile per la collettività.