Le pagelle di Lucia e Michele Monina: il concerto di Margherita Vicario

Uno dei concerti più belli cui ho assistito in cinquantadue, quasi cinquantatré anni di vita. Felice di esserci stato con mia figlia


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PAGELLE MICHELE

Margherita Vicario, 10 e lode

Nel primo cassetto in alto a sinistra della scrivania del mio studio, quella alla quale, prima della pandemia, sedevo per scrivere i miei articoli e i miei libri, ora lo studio è territorio di mia moglie, quando pratica lo smart working, ecco, dentro il primo cassetto in alto a sinistra della mia scrivania tengo conservati tutti i biglietti dei concerti cui ho assistito. Quando dico tutti intendo proprio tutti, anche se molto spesso, ultimamente meno per le varie questioni della legge Gabrielli, e ora anche per il Covid, mi è capitato di assistere a concerti senza biglietto, ma munito di pass, e i pass si trovano dentro una borsa che sta nel comò, sempre dello studio, che si trova alle spalle della mia scrivania. Comunque, se io ora prendessi e aprissi quel cassetto, tirando fuori tutti quei biglietti, nel cassetto si trovano anche altre cose, come qualche vecchia sim in disuso, una pistola giocattolo che ho sequestrato a mio figlio e altre amenità, che nella vita non si sa mai, prendessi e aprissi quel cassetto e ne tirassi fuori tutti i biglietti dei concerti cui ho assistito, stiamo parlando, a occhio di migliaia di biglietti, a parte questi ultimi due anni, ovviamente, ho assistito a un numero davvero alto di concerti, spesso anche controvoglia, per lavoro, ma quasi sempre per scelta, quindi concerti che pensavo, a ragione, mi sarebbero piaciuti, ecco, se prendessi e aprissi quel cassetto e ne tirassi fuori tutti i biglietti dei concerti cui ho assistito, e volendo facessi lo stesso con i pass, nel comò alle mie spalle, è mattina prestissimo, mentre scrivo, lo posso fare dallo studio, ecco, se facessi tutto questo potrei serenamente dire che il concerto cui ho assistito ieri sera, quello di Margherita Vicario al Fabrique di Milano, è degno di finire nella top 5 dei concerti più belli di tutti i tempi, parlo di quelli cui ho assistito io, primo concerto importante, a memoria, il secondo di Modena del The Joshua Tree degli U2, sono pur sempre un uomo di mezza età.

Ecco, questa cosa dell’uomo di mezza età, per altro, è parte integrante dell’essermi piaciuto da morire il concerto di Margherita Vicario, una che a ragione considero la migliore autrice di canzoni del nostro panorama musicale, la migliore al femminile e, in compagnia di Rancore e Caparezza, in assoluto, parlo di coloro che sono nati nel finale del Novecento, la iscrivo a un novero ristretto di autori che reputo di altra categoria, guardando indietro penso a un Daniele Silvestri, per dire, o a un Fossati o Ruggeri, sempre per dire, ovviamente con tutte le differenze del caso.

Margherita Vicario ha riempito il Fabrique di Milano, e questa è già una notizia, di ragazze, soprattutto, e di ragazze giovani, anche. Questo, suppongo, perché ha un modo di scrivere che ancora nel panorama mancava, o almeno mancava in quel panorama che è sì pop ma anche d’autore, a riprova che la faccenda del pubblico femminile che segue solo i cantanti uomini, motivo per cui le donne vengono discriminate è una puttanata, o almeno, è una puttanata la scusa che si usa per discriminarle, perché su quello non ci sono dubbi. Comunque ieri c’era un pubblico prevalentemente femminile, evviva, e molto molto giovane. Io, da solo, alzavo la media, unico a non ballare in una sala gremita e festante, io ho la pancia e sono anziano, ballo dentro, e confesso che non fosse stata per la bellezza delle canzoni e l’energia positiva e sensuale che Margherita infonde in ogni nota che canta, in ogni nota che balla, perché Margherita balla tutto il tempo, si muove sinuosa sul palco, attraversandolo e vivendolo in ogni millimetro, avrei preso le due ragazzine che danzavano davanti a me e mia figlia, costringendoci ogni dieci minuti a arretrare sui gradoni laterali del locale di qualche centimetro, e come un Grinch fuori stagione le avrei prese a calci nel culo, io da solo alzavo la media ma ho goduto come raramente mi è capitato di fare a un concerto, tanto più a un concerto, qui sta il miracolo nel miracolo, nel quale la chitarra è apparsa sul palco per pochi minuti, suonata dalla stessa Margherita, per il resto accompagnata da una megaband composta di tastiere, basso, batteria, corista, strepitosa, ma mai quanto lei, una voce da paura, empatica e educatissima, e sezione fiati in piena regola. Brava Margherita e bravo Dade che l’avete messa su, perché rendere dal vivo quel suono così contemporaneo che hanno le canzoni su disco non è davvero cosa semplice, immagino, ma a sentirli lì, sul palco, è sembrata la cosa più naturale del mondo, pop che di volta in volta si fa altro, urban, electropop, latin pop, cantautorato classico, anche dance.

Margherita Vicario scrive canzoni intelligenti, molto, con testi che sono, come capita appunto a quelli di Rancore e Caparezza, a più strati, leggeri e profondi, intelligenti e ferocemente ironici, capaci di ribaltare stereotipi e di farci sorridere dei nostri difetti, molto di più di quelli di chi su quei difetti costruisce il proprio status quo, e ballare, nel mio caso dentro, su questioni intelligenti è una faccenda miracolosa, di quelle che capita raramente, e nel caso di Margherita, va detto, capita anche più che nei due casi precedenti, perché la sua leggerezza e morbidezza, parlo di grazia con la quale sta sul palco e ci dice quel che ci dice, fa passare tutto meglio, il bacio sulla bua, l’aeroplanino che ci fa mangiare la pappa che non ci piace ma ci fa bene.

Un concerto strepitoso, unico, incredibile.

Margherita Vicario è una delle più grandi artiste italiane in circolazione, ripeto, e stavolta come non mai, se uso il femminile, è solo perché il femminile va usato, non certo per circoscrivere il suo talento in un recinto, è una delle migliori in assoluto. Dovessi allargare il circolo ci metterei di fianco anche La rappresentante di lista, e sono assai felice che tutte loro abbiano preso parte al mio Festivalino di Anatomia Femminile, fatemi vantare, già nel 2017. Sul palco con lei anche Ramiro dei Selton e Elodie, ma anche lì, lei li ha fatti sparire, con grazia, troppo brava per starle appresso.

Uno dei concerti più belli cui ho assistito in cinquantadue, quasi cinquantatré anni di vita. Felice di esserci stato, nonostante le due ragazzine e i loro gomiti infilati nella pancia.

PAGELLE LUCIA

Margherita Vicario, 10 e lode

Ieri al Fabrique, a Milano, c’è stato il concerto di Margherita Vicario, giovane cantautrice romana.

Margherita è un vulcano di energia ed emozioni.

Appena entrati ho visto una signora anziana, tutta vestita di rosa fluo e con gli occhiali da sole, spessi e bianchi, carichissima per questo concerto, si vedeva.

Il clima dentro la sala era bellissimo, tutto il pubblico era contento, si divertiva, ballava, saltava, sapevano tutte le canzoni a memoria e le cantava a squarciagola, io ero tra quelli.

Ho iniziato ad ascoltare Margherita Vicario in un momento particolare della mia vita, quando mi stavo per innamorare e ancora non lo sapevo, e spesso ascoltavo il suo disco, Bingo, quando mi preparavo per vedere questa persona, o mentre facevo la strada per raggiungerlo, perché io devo obbligatoriamente ascoltare musica quando faccio tragitti di strada, che sia a piedi, o sui mezzi, che siano strade di 20 minuti, o di 3 ore, se non ascolto musica non arrivo rilassata e serena all’incontro, e beh, per mesi e mesi, era toccato a Margherita Vicario accompagnarmi in questi tragitti.

Una cantante che spesso mio padre metteva in macchina, e che spesso snobbavo per ascoltare roba mia nelle cuffie, perché si sa i figli devono distaccarsi dai genitori e scoprire le cose da soli, e ecco che tutto di botto, così all’improvviso, ho scoperto lei, Margherita Vicario.

Margherita Vicario che rappresenta il punto di vista femminile, motivo per il quale il pubblico era prevalentemente di donne, e che narra di problemi comuni un po’ a tutto il genere, come insicurezze legate al fisico, aspettative della vita, delusioni in amore, prese in giro.

Ecco, Margherita parla spesso del punto di vista dell’amore, del sesso, delle storie, andate bene o andate male, dei sentimenti, ma non in maniera idealizzata o romanzata, non come ci si aspetta che lo descriva una donna per lo stereotipo, no, Margherita ne parla in maniera schietta, sincera, trasparente, naturale.

Mi piace questo tratto perché spesso manca nel panorama italiano, la descrizione dell’amore dal punto di vista femminile è spesso fittizio, fin troppo romanticizzato e romanzato, invece con lei è semplice ritrovarsi, ascoltare un pezzo e pensare “oh, è vero, è capitato anche a me, l’ho provato anche io”, ed era questo che serviva nel cantautorato femminile.

Ecco, come spesso capita all’età di vent’anni, la mia età, la mia storia d’amore si è conclusa, e come ha accompagnato l’inizio e lo sviluppo, ha accompagnato anche la fine, ritrovandomi ad ascoltare la sua versione di storie d’amore terminate, che mi ha fatto sentire compresa, per un po’, perché sentire che non sei l’unica che soffre o ha sofferto per amore, ti fa, ance solo in minima parte, sentire un po’ meglio e meno sola.

Ma perché vi dico questo, vi chiederete, perché ieri, mentre ero tra il pubblico, a ballare e cantare a squarciagola, ho riprovato le emozioni della mia storia, e questo è quello che deve saper fare un  bravo artista, coinvolgerti, emozionarti, trasportarti, farti distaccare per un po’ dalla realtà, per portarti in un mondo a parte, tutto suo, che per un attimo diventa tutto tuo.

Margherita ci è riuscita, perché mi ha fatta divertire, ridere, ma anche quasi piangere ieri, senza il quasi in realtà, ma per fortuna ci sono ancora le mascherine.

Dopo due anni di pandemia, questo è stato il mio primo concerto, ed è stato bellissimo, meglio di come me lo aspettassi.

Lei, sarà perché ha già un’infarinatura d’attrice, ma ha una capacità a stare sul palco stratosferica, ha ballato e cantato tutto il tempo, mantenendo il sorriso e un’energia sempre attiva, ha reso partecipe il pubblico in ogni momento e ha mostrato una voce incredibile.

Quindi anche se legavo Margherita Vicario, a una cosa che mi ha fatto male, posso dire che non solo non ha deluso le mie aspettative ma le ha ribaltate e che questo è il miglior concerto a cui abbia mai assistito, e grazie a mio padre e alla mia grande passione per la musica posso dire di averne assistiti molti.

L’unico consiglio che posso darvi è di andarci, perché un concerto di Margherita Vicario è una vera e propria esperienza, che non bisognerebbe perdersi, andate e ballate, e fate come la signora anziana, vestita di fucsia e con gli occhiali da sole, che ogni tanto la guardavo durante il concerto e notavo che ballava più di qualsiasi altro giovane.