Riccardo Dalisi con il suo sguardo rivolto al mondo, alla bellezza, alla sapienza artigianale lascia un vuoto incolmabile

Al suo funerale non era presente nessun rappresentante istituzionale a rendergli omaggio. Mi auguro che riparino al più presto con una speciale commemorazione magari dedicandogli una piazza, uno spazio della città


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La scomparsa di Riccardo Dalisi – uno dei più interessanti e immaginifici protagonisti dell’architettura contemporanea – lascia un vuoto veramente incolmabile Il suo sguardo sempre rivolto al mondo, alla bellezza, alla sapienza artigianale che, con la creazione delle tante opere disseminate sul nostro territorio, in tutta Italia e all’estero, ha saputo stupire ma anche intenerire. Al suo funerale non c’era nessun rappresentante istituzionale del Comune di Napoli a rendergli omaggio. Vorrei potermi sbagliare e mi auguro che riparino al più presto con una speciale commemorazione magari dedicandogli una piazza, uno spazio dove sono disseminate le sue opere.

Eppure Dalisi, architetto, designer, pittore, scultore, eclettico creativo, ha saputo immergersi in ogni luogo storico e periferico della città per donare bellezza trasformando luoghi e spazi prima anonimi e poi divenuti originali segni riconoscibili attraverso le sue creazioni e sculture.

La prolifica attività di instancabile disegnatore che si può constatare e ammirare nello studio di Calata San Francesco ed oggi di Rua Catalana, sono l’esempio di quanto ha prodotto nei suoi quasi 91 anni di vita, e di quanto il suo impegno sociale sia stato a tutto campo, trasferendo la sua creativa e sapienza artigianale a tantissimi giovani che oggi continuano nel percorso da lui tracciato e desiderato.

Uno straordinario visionario, interprete immaginifico del reale tanto da promuovere, insieme ad Alessandro Mendini con il quale si era creato un dialogo stretto, il famoso motto: “Diffidare delle costrizioni alla libertà del pensiero”.

E’ di alcuni anni fa la bellissima mostra Rompete le righe! Disegno e Libertà creativa, dedicata proprio a Dalisi e Mendini, curata da Andrea Nuovo e Alessandra Fròsini, e realizzata in collaborazione con lo Studio Alessandro Mendini e l’Archivio Riccardo Dalisi.

L’universo immaginifico di Dalisi è stato ricco di opere su carta, frutto di un lungo percorso composto di segni e figure, di elementi ricorrenti e caratterizzanti del suo genio creativo.

Vogliamo ricordarlo con le parole di Alessandro Mendini che nel 1987 così scriveva sulla Caffettiera napoletana Alessi creata da Riccardo Dalisi: “Nell’interpretare la condizione dei nostri tempi, Dalisi usa come materiale del suo design la “dignità” delle strutture separate, del folclore, dei balordi e dei diversi, come le sue caffettiere: diverse dal design (ma sono una proposta e un’alternativa pure “di design”) e diverse da tutte le altre caffettiere della storia… Eppure (dopo tanta fatica compiuta dall’officina Alessi e anche da me!) ecco nascere), divenuta nientemeno che un vero prodotto di grande serie: il primo sposalizio fra le mentalità del design del nord e del design del sud. Senza scherzi, un avvenimento importante nella cultura del progetto, nell’incrocio obbligato cui tutti arriveremo. Intanto: la caffettiera non è solo un oggetto, è proprio un’architettura, e una “specie” di persona. Ogni architetto ne ha tentato il progetto, ambisce a costruire una caffettiera, così come vorrebbe fare una torre. Poteva Riccardo sottrarsi a questo richiamo lanciatogli da Alberto Alessi?”

E poi prosegue: “Fenomeno di costume e di ricordi fra i più intensi, attualissimo intermediario fra l’uomo e un culto antico, la caffettiera è quella macchina miracolosa che realizza il profumo e l’infuso più delizioso, che appaga una delle sensazioni più forti che l’uomo possa avere: il desiderio da caffè. Dalisi ha lavorato annodando tre problemi: quello del design come metodologia, quello della caffettiera come oggetto, quello dell’uomo nelle trasformazioni del suo comportamento. Per la prima volta l’animazione entra nella storia ufficiale dell’industrial design internazionale; per la prima volta Totò, Eduardo, Pulcinella, gli attori di strada, l’elemosina, gli ex-voto, la disperazione, l’amore e la chiacchiera diventano “materiali concreti di progettazione industriale.
È
proprio un segnale importante, in questi tempi di post, un’idea da verificare anche molto ..”

Nel 1981 Dalisi ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana e, nel 2014, ha ricevuto il secondo Compasso d’Oro per la ricerca nel sociale.

Riccardo Dalisi ha travalicato i confini nazionali, ha portato lustro con la sua creatività in molti Paesi. Tante e importanti mostre sono dedicate all’attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore allestite in Italia e all’estero, quali la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, il MoMA di New York, la Biennale di Chicago, il Museo del Design di Denver, il Museo di Copenaghen, il Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, Palazzo Reale di Napoli, la Galleria Lucio Amelio di Napoli, la Fondazione Cartier di Parigi, il Museo delle Arti Decorative di Montreal, il Tabak Museum di Vienna, il Museo Zitadelle Spandau di Berlino, Castel dell’Ovo a Napoli, la Reggia di Caserta e le mostre permanenti al Madre Napoli, Centre Pompidou a Parigi e FRAC D’Orleans.

Artista generoso sapeva stupirsi ed entusiasmarsi per ogni cosa: in occasione del Positano Teatro Festival, sia nell’edizione del 2014 che in quella del 2015, su richiesta del direttore artistico Gerardo D’Andrea creò l’opera del Premio Annibale Ruccello. La prima opera ideata e realizzata da Dalisi si intitolava “Disegnare la maschera” fu attribuita a due attori poetici e visionari Enzo Vetrano e Stefano Randisi. Così Dalisi raccontò la sua opera “Disegnare la maschera” è un’occasione di ricerca spirituale. È un rivolgersi al proprio intimo affinché emergano sensi e strati di sé umanamente caratterizzati dallo stimolo, dall’occasione offerta, da qualcosa che è espressione antica dell’umanità. Essa ci appartiene, appartiene a tutti”.

Per il Festival del nel 2015 l’opera si intitolava “il Teatrino di Riccardo” e fu attribuita all’attrice Giuliana De Sio. In tutte e due le edizioni furono accolte con grande gioia dagli artisti premiati e l’amministrazione comunale di Positano gli tributò grandi riconoscimenti.

Grazie Riccardo!