Daniela Martani, “L’uomo che non sei” è un volo sopra il dolore

Un brano di pop sofisticato, con arrangiamenti incisivi ma non ridondanti, giocato sulla semplicità come punto d'arrivo, a sfrondare, e con alcuni stacchi vocali impegnativi


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Daniela Martani, la showgirl, la casinista, se la conosci non la eviti. Però devi conoscerla bene, altrimenti ti trovi davanti una donna talmente sgusciante da confonderti. Se ci riesci, allora trovi la persona che non ti aspetti. Comunque libera: di sbagliare, di tentare, di reinventarsi. Oggi esce il suo primo singolo, “L’uomo che non sei”, e ancora una volta è la scelta di non restare nella gabbia di se stessa, quale che sia il costo. Però non è davvero un esordio, Daniela la cantante la fa dall’inizio e ha sempre mantenuto questa passione carsica, che un po’ usciva e un po’ s’inabissava. “Ho frequentato diverse accademie di recitazione, tra cui quella di Garinei, e lì dovevi per forza sapere cantare. Studiando, ho scoperto che mi piaceva molto e mi veniva naturale. Così ho continuato, ho sostenuto altri corsi e poi ho cominciato con le serate nei locali romani”. Daniela Martani cantante non è una sorpresa, chi va a sentirla sa che troverà una vocalist preparata, versatile, consapevole dei mezzi e dei limiti. “Ho accumulato tanto materiale: sta lì, nel cassetto. Il mio problema è che sono portata all’insicurezza e, dopo i primi rifiuti, che capitano a tutti, avevo deciso di rinunciarci: serate sì, ma il contratto con una etichetta no, non era destino. Però continuavo a registrare idee, spunti, e più cantavo più mettevo insieme abbozzi…”.

Insicurezza tu? Daniela Martani insicura? Sì, questo posso dirlo, con riserva, io che ti intervisto, che ti conosco da qualche anno, ma chi legge non se la berrà. “E invece è proprio così e non è il solito luogo comune dello schiacciasassi che si schermisce: mi manca la perseveranza, la convinzione, il giudizio altrui mi condiziona. Mi salva la voglia di provarci sempre, io mi demoralizzo, vado in crisi, ma ricomincio”.
Daniela ha un handicap, è una donna molto bella e lo sa: a volte non viene presa sul serio, ah, la solita provocatrice, in cerca di visibilità, e l’avvenenza risolve tutto: bella ma… Lei non cede, risponde sempre, colpo su colpo, e finisce per farsi male. Ma crede nei sogni e li insegue. “A un certo punto è arrivata la televisione e lì, magicamente, le porte si sono aperte: i reality, le ospitate. Non voglio star lì a decidere se me la sia giocata bene o male, dico solo che la passione del canto non ho mai smesso di alimentarla e adesso, evidentemente, è arrivato il momento. Adesso, che coi social ti puoi proporre anche direttamente, come del resto fanno in tanti, non solo esordienti”.
Si lancia la rete, sembra che non prenda niente, poi un giorno la tiri su e trovi che tutte le occasioni perse o disperse sono lì, a formare un disegno insospettato e coerente. “Mi è capitata l’occasione di “Star in the Star” su Canale 5, dove, tra non poche difficoltà, ho potuto interpretare Madonna: è andata come è andata, ma mi ha dato l’impulso, o forse l’innesco: ho capito che era il momento e mi sono messa a lavorare sul singolo, decisa, questa volta, a farlo uscire”. La tivù sospinge la musica, ma la musica argina la vita. Una canzone per farsi male e, possibilmente, per guarire dopo tutto il dolore. “Vivevo una storia sentimentale molto difficile, mi sono ritrovata in una gabbia di sofferenza: per uscirne mi sono aggrappata a quello che amavo di più, il canto. Perché davvero ero devastata: lui era un narcisista patologico e purtroppo nemmeno il primo. Un incubo ricorrente e solo chi ci passa può capire. Ora, la canzone ha trasformato un incubo in una esperienza vitale. Ha spalancato la gabbia”. E oggi, 25 marzo, comincia a volare per le correnti della rete, su tutte le piattaforme, iTunes, Spotify, Youtube eccetera. “L’uomo che non sei, proprio così. Ci si sbaglia e capirlo può essere un inferno. È mia ma vorrei non fosse solo mia. Vorrei che, magari, portasse qualcosa ad altre donne nella mia condizione. Confessarsi è sempre salutare, ma io ho intrapreso un percorso psigologico. Sto rendendomi conto che il “lui” della situazione è sempre un effetto, le cause stanno giù, sepolte”.

“L’uomo che non sei”, a un primo ascolto, ha diverse virtù. Intanto non strizza l’occhio alle mode attuali: niente trap o rap o cazzate sanremesi. È invece un brano di pop sofisticato, con arrangiamenti incisivi ma non ridondanti, giocato sulla semplicità come punto d’arrivo, a sfrondare, e con alcuni stacchi vocali impegnativi, risolti piuttosto bene e qui esce lo studio maturato negli anni, nelle serate, nei provini. “Guardiamoci in faccia: non ho più l’età e tanto meno la ruffianaggine per correre appresso agli stilemi che piacciono ai ragazzini. Con Vittorio Centrone, che ha scritto la musica ed è intervenuto sulle liriche insieme a me, abbiamo deciso per arrangiamenti maturi e insieme ariosi, funzionali all’atmosfera del pezzo. La musica è centrale, i suoni anche. Non è stata una cosa tanto per fare, ci siamo sempre confrontati, Vittorio e Max Minoia [arrangiatore e tecnico, ndi] sono due professionisti che sanno ascoltare e recepire le idee. Io sono soddisfatta del risultato: non manca niente, è un lavoro che mi rispecchia ed è quello che volevo trasmettere”.
Questo senz’altro, ma rispecchia chi, esattamente? Chi sei, Daniela Martani, casinista, animalista, presenzialista? “Voglio farmi conoscere anche come cantante, perché il personaggio televisivo mi va stretto. Si sappia o meno, mi sono cimentata in tutti gli ambiti dello spettacolo, teatro, musical, conduzione radio, televisione, non mi va più di sentirmi circoscritta”. No, però intanto la promozione dovrà farci i conti: Daniela Martani, la vegana, la ragazza del reality… “Chiaro e comprensibile che, essendo io percepita a dimensione televisiva, sussitano determinati pregiudizi o almeno scetticismo: ma tu adesso che vuoi? Da dove sbuchi? Ma io ritengo di avere un prodotto fatto bene, chiedo solo che venga ascoltato a valutato per quello che è. E non mi aspetto niente e mi aspetto tutto: critici, addetti ai lavori, pubblico: vediamo. Le strade sono sempre aperte, io sono sempre stata così, questo è il mio atteggiamento di fronte alla vita”.
Così come si vede nel video: la protagonista interpreta se stessa e non dev’essere stato lieve, dato che si rievoca un trauma. “Volevo dare una forma alla musica. Didascalico, forse, ma cercavo una coerenza. Interpreto me e ancora soffro, credimi, per quello che è successo. Ciro Rossi, mio compagno di accademia, impersona “lui”. Mi ha aiutato. Se ho sofferto? Certo, ma questo è quello che mi è successo e questa sono io. Nessuna menzogna, nessuna finzione”. Chi sei, Daniela Martani? “Una donna apparentemente molto forte, infrangibile, e invece non è così. Anzi sono un po’ troppo vulnerabile. Se qualcuno entra nella mia vita debbono maneggiarmi con cura. Soffro molto i distacchi e ho dovuto imparare a non mostrare i miei affari privati. Non presto il fianco, è un ambiente che sa essere feroce, coi social poi non ne parliamo. Bastano pochi a colpirti. Ma questa volta è stato diverso. Doveva essere diverso. La canzone stava lì da un po’, avevamo un demo in inglese, poi abbiamo scelto l’italiano e il testo, riscritto da capo, ha richiesto un po’ di tempo: volevo essere sincera fino all’estremo, e anche chiara. E le parole dovevano assecondare la musica. È stata un’esperienza, non avevo mai prodotto un video, mai scritto liriche per musica. Ho imparato molto. E ho faticato molto. Mi sono impegnata”.
Ciao Daniela Martani, in anni che ti conosco non ho ancora capito chi sei, forse perché sfuggi sempre, però ho capito che sei più di quanto appari e che, sia tu la hostess polemica o la cantante sorprendente, c’è sempre qualcosa da scoprire in te.