Guerra in Ucraina. La Russia fuori dalle competizioni sportive. Una grande ingiustizia per gli atleti incolpevoli e puniti

E' giusto rifiutare i rubli di Gazprom, ma l'esclusione è una punizione immeritata per gli atleti. Che colpe hanno per l'invasione? Tornino a gareggiare per contribuire al ritorno della pace

Russia fuori dallo sport

Lo sport si mobilita contro la Russia


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Il mondo dello sport si mobilita contro la guerra in Ucraina. Il Comitato Olimpico Internazionale ha deciso di metter al bando la Russia dalle prossime competizioni sportive. Ed il mondo del calcio ha subito applicato i primi provvedimenti. Mano pesante del CIO e conseguenze durissime per gli atleti russi (leggi di più)

In conseguenza del provvedimento del Comitato Olimpico Internazionale e delle decisioni di FIFA e UEFA la Russia è stata estromessa dai play off del Campionato del Mondo di Calcio 2022 che avrebbe dovuto disputare contro la Polonia ed in caso di vittoria contro la vincente tra Repubblica Ceca-Svezia. Nelle prossime ore si valuterà il destino del mini-girone privato della Russia: le squadre in lizza potrebbero restare tre oppure si potrebbe ripescare qualche formazione.

Ancora prima della sanzione, diversi atleti polacchi e svedesi e le rispettive federazioni avevano annunciato che non sarebbero scesi in campo contro la Russia per protestare contro la guerra scatenata in Ucraina da Putin. Analogo destino anche per l’unica squadra russa ancora in lizza per le coppe europee di calcio. Lo Spartak Mosca è stato escluso dall’Europa League ed il Lipsia, suo avversario, designato ha guadagnato automaticamente la qualificazione al turno successivo.

Sul fronte invece economico ed organizzativo, la UEFA sta valutando le iniziative legali per disdire il contratto di sponsorizzazione che lega la Champions League alla Gazprom che delle Russia è una delle aziende più note a livello internazionale. Per intanto è stato già ratificato lo spostamento della finale di Champions League dalla Russia alla Francia, da San Pietroburgo a Parigi.

Anche le altre federazioni sportive, tanto per gli sport individuali che per gli sport di squadra, stanno assumendo analoghi provvedimenti contro la Russia ed i suoi atleti.

La guerra in Ucraina è tema complesso, delicatissimo. Un abbraccio solidale vada alle vittime civili e militari. La Russia ha enormi responsabilità perché la guerra è il male assoluto. Mai e poi mai la guerra, vale per la Russia e per tutti gli altri stati, può esser utilizzata per la risoluzione di controversie tra popoli e nazioni. Espressa la condanna al tempo stesso voglio esprimere una mia perplessità sull’esclusione degli atleti della Russia dalle competizioni sportive.

Fin dal primo momento ho invocato la rescissione del contratto di sponsorizzazione tra Gazprom e Champions League in uno con lo spostamento della finale da San Pietroburgo. Mi sembrava una sanzione adeguata ad esprimere la chiara dissociazione dall’azione militare della Russia in Ucraina. Ed un modo nobile per rifiutare soldi in qualche modo sporchi di sangue. Non concordo invece con l’eliminazione degli atleti e delle squadre dalle competizioni. Perché un atleta deve esser punito a causa del comportamento del suo governo? Perché tanti sacrifici devono esser vanificati dalla guerra scatenata dal leader delle Russia ma non certo dagli atleti?

Sarebbe più giusto consentire agli atleti di continuare svolgere la loro attività sotto l’egida del CIO o delle varie federazioni e senza simboli nazionali. Avviene già così nei casi di boicottaggio dei Giochi Olimpici da parte di una nazione. Giusto che lo sport prenda posizione, giusto che si rifiutino i soldi sporchi di sangue. Ma che gli atleti continuino a gareggiare contribuendo con la loro lealtà agonistica al ritorno della pace.

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