La Serie A parla sempre meno italiano. E’ stata ufficializzata la cessione dell’Atalanta all’ennesimo zio d’America. Il Presidente dell’Atalanta Percassi ha raggiunto l’intesa con Stephen Pagliuca ed ha incassato un sontuoso assegno plurimilionario. In questa prima fase la gestione continuerà ad esser assicurata dal patron italiano, ma sarà il tempo a chiarire il destino dell’Atalanta.
Il fenomeno della cessione di club calcistici a proprietà straniere è ormai dilagante. L’Atalanta si aggiunge alla lista ben nutrita che comprende: club di vertice come Inter, Milan e Roma; società storiche come Genoa, Bologna e Fiorentina; realtà emergenti come Spezia e Venezia.
In tutto , con l’inserimento dell’Atalanta, sono nove i club della massima serie con proprietà straniera. I proprietari italiani al vertice dello sport più popolare e di una delle principali aziende del nostro paese restano sparuti: la famiglia Agnelli alla guida della Juventus, Aurelio De Laurentiis al comando del Napoli e Claudio Lotito patron della Lazio.
La cessione dell’Atalanta è stato un affarone per Percassi il quale ha incassato il frutto del suo lavoro innovativo. L’Atalanta è un modello di gestione virtuosa di un club calcistico: risultati sportivi eccellenti, strutture moderne, scouting e settore giovanile all’avanguardia, abilità di vendere al momento giusto ed al prezzo migliore i talenti emergenti rimpiazzandoli con altri altrettanto all’altezza (leggi di più)
Il fenomeno, del quale la vicenda Atalanta è solo l’ultimo capitolo, appare irreversibile. L’economia è globalizzata, gli imprenditori italiani ( Berlusconi, Moratti, Della Valle …) si defilano, la governance del calcio italiano pensa a litigare, il sistema Italia rende complicati gli investimenti sulle strutture, i settori giovanili sono praticamente scomparsi.
I proprietari ed i capitali stranieri riusciranno a dare una svolta? Riusciranno a modernizzare il calcio italiano rendendolo nuovamente competitivo ed interessanti specialmente per le nuove generazioni? Oppure l’Italia, un tempo patria del campionato più bello del mondo, sarà destinata a soccombere – come avviene nelle coppe europee – al cospetto delle leghe inglesi e tedesche o, addirittura, asiatiche e statunitensi?
Con l’avvento delle multinazionali è cambiata la cultura ed il senso di appartenenza non esiste più. Anche il calcio non è esente da questo cambiamento. Non esiste più il periodo in cui i tifosi si sentivano protetti e rassicurati dai presidenti innamorati delle loro squadre: Moratti, Berlusconi, Sensi ecc. La crisi ha lasciato spazio alle vendite dei propri gioielli ed anche in Italia sono arrivati i cinesi e gli americani ad impossessarsi della serie A. Ora l’America ha investito sull’Atalanta, una piccola realtà che negli ultimi sta facendo bene senza spendere tanto… riuscirà a continuare questo trend? Chissà…