Inventing Anna su Netflix, Shonda Rhimes offre un ritratto glamour alla storia della truffatrice dell’élite di New York (recensione)

Shonda Rhimes torna con Inventing Anna su Netflix, la serie glamour (e quasi perfetta) sulla truffatrice di New York: la recensione

Inventing Anna su Netflix

Credits photo: @Netflix


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Truffatrice o ereditiera: chi è Anna Delvey? Questa è la domanda che risuona nella mente di personaggi di Inventing Anna su Netflix. La nuova serie di Shonda Rhimes ripercorre, in maniera più imparziale possibile, la storia della truffatrice dell’élite di New York. Tra il 2013 e il 2017, Anna Sorokin aveva convinto tutta la parte ricca della Grande Mela di essere una facoltosa ereditiera tedesca, giunta in città con premesse di affari e progetti imprenditoriali.

Sulla carta, la sua sembrava una storia di riscatto: abbandonata dalla famiglia, Anna si fa strada nell’alta società, facendo soldi e sfruttando chiunque, grazie alle sue grandi doti da manipolatrice. La vera identità della giovane, allora poco più che ventenne, si scoprirà solo alla fine: Anna è di origine russa e ha cambiato il suo cognome da Sorokin a Delvey per fingersi tedesca.

La serie di Shonda Rhimes si affida alla presenza scenica di Julia Garner, attrice 28enne che ha sulle spalle due vittorie agli Emmy Awards grazie al suo ruolo in Ozark. Come contorno, una miriade di “attori-fantocci” che hanno collaborato con Shonda Rhimes.

Tra abiti alla moda, party glamour e atmosfere patinate, Inventing Anna su Netflix offre al pubblico un ritratto fresco di Anna Delvery/Sorokin, senza però osare di più. La narrazione segue in parallelo due trame: da un lato c’è l’indagine nel presente della giornalista del New York Times Vivian (personaggio ispirato alla vera giornalista Jessica Pressler che scrisse l’articolo How Anna Delvey Tricked New York’s Party People, su cui si basa la serie), dall’altra vediamo la storia di Anna raccontata attraverso le persone che l’hanno conosciuta e come si sono rapportate con lei.

Vivian cerca di trarre l’essenza di questa giovane russa, provando a capirla e a comprendere le motivazioni che l’hanno spinta a ingannare mezza New York; dall’altro lato, c’è la parte lesa della storia: tra lo pseudo fidanzato imbrogliato e le amiche tradite, c’è anche chi prende le sue difese e giustifica le sue azioni, come Neff, aspirante regista che lavora in un hotel di lusso per pagarsi il suo primo film. Neff e Anna vanno subito d’accordo. Forse perché entrambe traggono profitto l’una dall’altra – Neff riceve mance ogni volta che riesce a procurare alla sua ospite la precedenza sugli altri clienti.

In un gioco in cui bugie e verità si mescolano tra loro in un mondo illusorio fatto di inganni dove girano solo soldi e guadagni. Inventing Anna su Netflix non fornisce mai una risposta precisa su chi sia realmente la sua protagonista. La sensazione è che la Rhimes non cerchi né di prendere le sue difese, né tantomeno di accusarla per le sue truffe. Piuttosto, si prova quasi un senso di pietas nel vederla punita per i suoi crimini. E alla fine vi chiederete: voi da che parte state?