“Costa Concordia: Cronaca Di Un Disastro”, il docufilm che racconta la tragedia del Giglio

Il film sul naufragio della nave da crociera, avvenuto dieci anni fa, è una ricostruzione che mette insieme fiction, materiali d’archivio, tante testimonianze inedite. Con un protagonista invisibile, Francesco Schettino

Costa Concordia: Cronaca Di Un Disastro

Copyright Zeitsprung Pictures I Sky Deutschland I Rai - Radiotelevisione Italiana Spa


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A dieci anni esatti dal naufragio della Costa Concordia, il 13 gennaio Rai 2 manda in onda alle 21.20 in prima tv il docufilm Costa Concordia: Cronaca Di Un Disastro, diretto da Michael Müller, scritto da Mariangela Barbanente, con una coproduzione internazionale che vede la inedita collaborazione tra la nota società di produzione tedesca Zeitsprung pictures Gmbh, in coproduzione con Rai Documentari e in partecipazione con Sky Germania e UK, creata dal produttore tedesco Till Derenbach e dall’Executive Producer Italia Leonardo Paulillo. Una produzione europea che uscirà, oltre che in Italia su RAI anche come Sky original, in Germania e Gran Bretagna lo stesso giorno.

La grande nave da crociera nella notte del 13 gennaio 2012 fece naufragio dopo aver speronato uno scoglio sommerso vicino al Giglio, perché il comandante dell’imbarcazione Francesco Schettino aveva impartito l’ordine di effettuare il tradizionale, maledetto “inchino”, avvicinandosi oltre ogni limite di sicurezza all’isola. L’immagine della nave passeggeri adagiata su di un fianco all’epoca si trasformò istantaneamente in una triste icona, una metafora quasi delle difficoltà in cui si dibatteva un’Italia alla deriva, in anni in cui si sentiva fortissimo il morso di una dura crisi economica. Forse addirittura anche morale, con Schettino quale simbolo pronto all’uso, il capitano che abbandona la nave e non sa, o non riesce in alcun modo a governare la drammatica emergenza, alla fine della quale si contarono ben 32 vittime – alle quali è dedicato il docufilm.

Tutti conoscono o credono di conoscere la storia di questa tragedia. Quello che fa Costa Concordia: Cronaca Di Un Disastro è affrontare puntualmente e da diversi punti di vista uno dei casi più controversi del nostro tempo, facendo ricorso a tutti gli strumenti, linguaggi e materiali possibili. Da un lato c’è la fiction recitata, per ricostruire alcuni aspetti riguardanti soprattutto le dinamiche degli avvenimenti in plancia di comando, necessarie per comprendere il perché di certi ritardi che aggravarono la situazione – inizialmente fu dato ai passeggeri un avviso di semplice blackout, sebbene dopo poco si fosse compreso che la nave stava imbarcando acqua.

Accanto ai materiali di finzione c’è poi il ricorso a registrazioni di prima mano di quella notte, l’audio del registratore vocale del ponte di comando della nave e quelle del traffico radio con la guardia costiera. E poi, soprattutto, c’è un ampio lavoro sulle testimonianze. Cominciando dai passeggeri italiani e tedeschi sopravvissuti che ricostruiscono l’accaduto, restituendo la sensazione vivida dell’esperienza vissuta dall’interno in interviste lucide e toccanti in cui si rivela l’aspetto umano della vicenda.

La testimonianda di Gregorio de Falco. Copyright Zeitsprung Pictures I Sky Deutschland I Rai – Radiotelevisione Italiana Spa

Poi emergono i volti e le voci di alcuni protagonisti che anche l’opinione pubblica imparò dieci anni fa a conoscere. Come Gregorio De Falco, allora capo della sezione operativa della capitaneria di porto di Livorno e responsabile delle operazioni di salvataggio, autore della celebre – e subito rilanciata da tutti i media – telefonata a Schettino nella quale gli intimava di tornare immediatamente sulla nave per occuparsi dei passeggeri, il quale si interroga proprio sulla pubblicità data a quella telefonata di servizio. Oppure Mario Pellegrini, il vicesindaco del Giglio che compì esattamente il percorso inverso di Schettino, scegliendo di salire sulla Costa Concordia per partecipare alle operazioni di evacuazione dell’imbarcazione, lasciandola solo quando quasi tutti erano stati messi in salvo – ed è chiaro che finisce per risultare, una sorta di contraltare morale del vero comandante della nave (di Pellegrini è anche in uscita il volume La Notte della Concordia, che ripercorre la vicenda).

Proprio Francesco Schettino, che si vede solo in immagini di repertorio, è il grande assente e insieme l’inaggirabile protagonista della vicenda. Se non ne sentiamo mai la voce, ne cogliamo costantemente la presenza, soprattutto grazie ad un altro degli aspetti fondamentali di Costa Concordia: Cronaca Di Un Disastro, le interviste esclusive ai due legali della difesa, Paola Astarita e Saverio Senese e sull’altro versante, di Francesco Verusio, pubblico ministero al processo che portò alla condanna del comandante. I primi insistono sulla “gogna mediatica” cui fu sottoposto il loro assistito, non negandone le responsabilità del naufragio, ma cercando di mettere in luce le zone d’ombra del caso, altre colpevolezze e inadempienze non troppo esplorate – di un equipaggio drammaticamente al di sotto di standard minimi di professionalità –, a loro avviso minimizzate attraverso l’individuazione del perfetto capro espiatorio.

Foto repertorio passeggeri della nave – Copyright Zeitsprung Pictures I Sky Deutschland I Rai – Radiotelevisione Italiana Spa

Verusio invece sottolinea le enormi colpe di Schettino, “una persona molto supponente, piena di sé”, dice, lento nel reagire all’emergenza, probabilmente più preoccupato del suo destino che di quello degli oltre 4200 passeggeri di cui era responsabile. E mette i brividi una sua affermazione, quando sottolinea che “se il vento non l’avesse portata sugli scogli, la nave si sarebbe rivoltata completamente, e sarebbero morti tutti. La nave ha fatto quel giro solo per mano di Dio”.

C’è un certo sapore da disaster movie in Costa Concordia: Cronaca Di Un Disastro, nella ricostruzione attraverso le parti didascaliche di fiction che ripercorrono minuto per minuto le tappe dell’evolversi della tragedia. Anche se alla fine i momenti più emozionanti e impressionanti sono quelli legati a brandelli di immagini di repertorio riprese dai passeggeri stessi e ad alcune testimonianze. Come quella di un superstite tedesco che, ricordando l’impazzimento generale dei passeggeri male assistiti da un equipaggio non all’altezza, dice mestamente: “Ognuno pensava a salvare solo sé stesso, altro che prima le donne e i bambini”.

Il film però, soprattutto grazie alla partecipazione dei vari testimoni, cerca sempre anche la lucidità della ricostruzione equilibrata e non effettistica, spingendo a ormai dieci anni di distanza dagli avvenimenti a una loro riconsiderazione sotto ogni aspetto, nella direzione della verità e, sempre, del rispetto del dolore delle vittime. Resta alla fine più di tutto di questo docufilm l’immagine schiacciante di una notte interminabile, che avvolge tutti i protagonisti della tragedia. Un’oscurità dalla quale, metaforicamente, è difficile capire se tanto gli uomini quanto il paese che ha prodotto questa vicenda siano riusciti effettivamente a riemergere.

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