Totti più amato d’Insigne. Sarebbe un addio senza lacrime per il campione instabile e sublime come il tiraggiro

Insigne è stato penalizzato dalla sua napoletanità. Un pregiudizio ambientale ed umorale che rende controversa la valutazione di uno dei calciatori più importanti

Insigne al passo d'addio

Lorenzo Insigne, Capitano del Napoli


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Insigne sta per scoccare il tiraggiro più difficile della sua carriera. Insigne deve metter in questo tiro tutto: cuore e denari, testa e ambizioni. La vicenda Insigne-De Laurentiis è giunta ormai al bivio decisivo. Ed il peso della responsabilità grava tutto su Insigne. Proprio come avviene sul terreno di gioco negli attimi che precedono l’esecuzione del tiroaggiro.

Tutti gli occhi sono puntati su Insigne. Ed Insigne sa bene che quando la palla avrà lasciato il suo piede potranno accadere tante cose: solo una delle quali piacevole. Se la palla entra in porta, il tiroaggiro innalzerà Insigne sull’altare delle divinità calcistica. Se la palla non centrasse il bersaglio o venisse intercettata da un avversario il medesimo Insigne sarebbe dileggiato come il brocco più brocco di tutti.

E’ uno stress meraviglioso quello del tiraggiro che sintetizza anche metaforicamente la vita e la carriera di Insigne che ha sempre oscillato tra la venerazione e l’insulto finendo per dividere la critica sportiva, dirigenti ed allenatori, persino i tifosi. Su Insigne il giudizio non è mai stato sereno. Il napoletano che gioca nel Napoli ha vissuto questa simbiosi esaltante e mortifera allo stesso tempo.

Insigne è una rarità assoluta nel calcio moderno che non conosce più bandiere. Ha disputato tutta la sua carriera in serie A nella fila del Napoli la squadra della sua città. Con l’azzurro Napoli ha vinto pochino, nonostante l’enorme potenziale degli organici a disposizione di Benitez, Sarri ed Ancelotti. Con l’azzurro Italia ha trionfato ad Euro 2020. E’ giunto all’ultimo importante contratto della sua carriera: accetterà il ridimensionamento contrattuale proposto da De Laurentiis ispirato dall’esigenza di tener in sicurezza i conti del club? Oppure Insigne si convincerà ad imbarcarsi per Toronto con sontuoso contratto per giocare nel campionato canadese?

Non è una decisione facile. Insigne in Canada rischierebbe di perdere il posto in Nazionale, ma d’altro canto gli uomini di Mancini sono quasi fuori da mondiali di Doha. Vale la pena rinunciare a milioni di euro per la casacca tricolore? E poi c’è il legittimo orgoglio di chi pensa – come Insigne – di esser stato sottovalutato e vuole dimostrare alla controparte che altri sono stati disponibili a spendere tanto per lui (leggi di più)

Un condensato di emozioni appassionanti come un tiroaggiro. Tutti con il fiato sospeso, protagonisti compresi, in attesa dove andrà a finire il pallone o, meglio, Insigne. Uomo bandiera vita con un club, o mercenario innamorato del peculio più che dello sport ? Ai posteri l’ardua sentenza con zero certezze sull’esito della vicenda. Anzi, una certezza forse c’è. Quello di Insigne sarebbe un addio senza lacrime dei tifosi come quello di Totti. Il napoletano che gioca nel Napoli non ha mai conquistato il cuore dei suoi tifosi come il romano che giocava nella Roma.

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