Lo sfogo di Vasco Rossi sulla depressione, dal baratro alla salvezza grazie a un libro

Vasco Rossi racconta la risalita dopo la depressione e cita l'opera letteraria che gli ha salvato la vita

vasco rossi sulla depressione

Ph: Alessandro Boraso/Wikicommons


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Una lunga confessione di Vasco Rossi sulla depressione ci mostra il lato più fragile del rocker di Zocca, l’animale da palco in grado di trascinare folle adoranti e raccontare la vita di ognuno in mezza parola, mezza sillaba, e ricostruire mondi perduti nei suoi album. Anche il Blasco, tuttavia, ha vissuto un periodo oscuro in cui i suoi demoni lo stavano divorando.

Vasco lo ha raccontato a Repubblica per l’inserto Venerdì che uscirà domani, 31 dicembre. Soprattutto, la voce di Vado Al Massimo svela qual è stata la cura che lo ha salvato dal baratro. Nel suo editoriale, infatti, Vasco tesse le lodi della cultura, specialmente dell’arte letteraria, e snocciola nomi importanti per l’erudizione mondiale. Le parole di Vasco Rossi sulla depressione sono schiette, come le sue canzoni, e si presentano così:

“È successo più o meno una ventina d’anni fa. Era un periodaccio per me, tempo di depressione, e forse è stata proprio lei, la Recherche, a salvarmi”.

A cosa si riferisce il rocker di Zocca? Vasco racconta di essersi salvato grazie alla lettura de Alla Ricerca Del Tempo Perduto di Marcel Proust, a tutti gli effetti riconosciuto come il romanzo più lungo del mondo. Proust scrisse la sua opera monumentale tra il 1902 e il 1922 e ad essa affidò l’intera evoluzione del suo pensiero. Per la sua lunghezza, Alla Ricerca Del Tempo Perduto – titolo abbreviato, appunto, in Recherche – l’opera ha ottenuto il Guinness Dei Primati.

Alla Recherche Vasco deve molto, e lo racconta alle pagine di Repubblica con queste parole:

“Mi ha permesso di uscire da me, mi ha offerto una vita che era molto meglio della mia. Ho cominciato a leggere e sono rimasto incantato, intrappolato dalle prime ottanta pagine, quelle in cui Proust racconta le sensazioni provate durante il risveglio. Io ricordo solo che leggendo provavo un grande piacere. In quelle pagine c’è una potenza descrittiva che non ho mai più trovato in nessun altro scrittore”.

Non solo Proust, ma tra i filosofi Vasco dice di preferire Nietzsche senza tuttavia disdegnare Kant e Hegel. Tra le sue passioni letterarie spunta anche la letteratura russa di Dostoevskij e Tolstoj. “Sono un lettore attento e metodico”, dichiara Vasco per raccontare quella parte di sé più attenta al sapere.