Ritorna la stagione del Teatro Elicantropo di Napoli: luci accese nel centro storico della città

A Gerardo D’Andrea e Massimo Staich è dedicata l’anteprima della stagione teatrale


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Ritorna il Teatro Elicantropo di Napoli: quanto ci è mancato questo piccolo gioiello incastonato nel cuore del centro storico della città

Riparte con tre allestimenti scenici, anteprima della 26esima stagione, per poi proseguire da gennaio 2022 con la programmazione completa.

Il tutto nell’ambito del progetto di rilancio e di rinnovamento del teatro che si intitola La ricerca del tragico ritrovato, a testimonianza della lunga fase vissuta di grande fragilità esistenziale.

E dunque il tragico” nel teatro sarà il filo conduttore di un ritorno alle origini,a quello che Testori definiva linizio e la fine del teatro stesso”, come ugualmentela identifica il direttore artistico Carlo Cerciello, per una accurata riflessione sul contemporaneo.

Con l‘’intento di riprendere il lavoro e con esso anche il senso profondo della tragedia che abbiamo attraversato e il riflesso che ha avuto nella nostra vitail Teatro Elicantropo di Napoli tenta di recuperare il tragico”, come estrema, inevitabile e indicibile verità della vitaA tal proposito – sottolinea Cerciello– articoleremo una stagione in cui siano presenti i segni della tragedia antica che, come messaggi in bottiglia, arrivino a riaprire le nostre coscienze narcotizzate e, allontanandoci dallindifferenza e dal cinismo imperanti, ci indichino la strada di un possibile cambiamento etico, sociale e politico”.

A Gerardo D’Andrea e Massimo Staich – due protagonisti del teatro e dell’arte scenica, purtroppo scomparsi nei mesi scorsi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro – è dedicata l’apertura di questo primo segmento della stagione.  

Ricomincio da tre”proprio come avrebbe detto Massimo Troisi. Certo si riprende finalmente con la riapertura al cento per cento dei posti a sedere che per un piccolo teatro sarebbe stato, in caso contrario, una insopportabile limitazione dei posti, un costo veramente non sostenibile.  

Infatti, il palcoscenico partenopeo riprende a piccoli passi, dal 14 ottobre al 7 novembre 2021, con tre spettacoli in successione.

In scena Elena Arvigo, che, da giovedì 14 a domenica 17 ottobre, sarà interprete e regista di Diari della guerra, tratto da Il Dolore eQuaderni della guerra e altri testi di Marguerite Duras e La specie umana diRobert Antelme, è presentato da Santarita Teatro.   Lo spettacolo “I Diari della Guerra “ è tratto da due testi, il primo da Il Dolore, il diario biografico che la Duras scrisse a Parigi quando aspettava il ritorno di suo marito Rober Antelme deportato a Dachau e che pubblicò 40 anni dopo. Il secondo da i “Quaderni della guerra e altri testi “, un libro pubblicato postumo, che raccoglie quattro manoscritti della scrittrice francese conservati dalla stessa Duras in una busta.

 “E’la guerra delle donne quella che racconta la Duras, le donne inermi che attendono. Il dolore individuale diventa universale per tutte le guerre e accomuna le donne nello stesso destino: l’attesa si trasforma in dolore”, scrive Elena Arvigo nelle note di regia. “Con questo racconto Marguerite Durasfa dono di sé in maniera straordinaria e irripetibile.  Scrive la stessa  Duras: “il Dolore” è tra le cose più importanti della mia vita“. E’questa, dunque, un’opportunità straordinaria di visitare da dentro una grande scrittrice”.

Sempre a ottobre, dal 21 a 31, Cinzia Cordella porterà in scena MEDEA – Voci di Christa Wolf, con interprete la stessa Cordella e Davis Tagliaferro, presentato da Mabel Productions. Grazie a Christa Wolf, scopriamo il lato più umano e profondo di Medea, con i suoi ricordi di bambina, le sue fragilità, l’amore profondo per la vita, l’incapacità di accettare le ingiustizie e i delitti commessi per la sete di potere.

Mentre a novembre, dal 4 al 7,Gabbianella Club e Resistenza Teatro presentano Adolf prima di Hitlerdi Antonio Mocciola, con Gabriella Cerino, Vincenzo Coppola e Francesco Barra, per la regia di Diego Sommaripa. Liberamente tratto dalla biografia Il giovane Hitler che conobbiscritta da Kubizek ricordando i quattro intensissimi anni passati accanto al dittatore austriaco, Adolf prima di Hitler “è uno squarcio di vita intima, destinata a divenire pubblica, e letale. Il corso della storia, forse, sarebbe cambiato radicalmente. E fa venire i brividi che a farlo sarebbe bastato uno sguardo ricambiato, una coraggiosa intesa. Sarebbe bastato un bacio”.

Non ci stancheremo mai di ripetere “Andiamo a Teatro”!