Tullio Pironti: “Vorrei un regalo da Maurizio de Giovanni, Silvio Perrella e Diego de Silva”

Il desiderio dell'editore scomparso che avrebbe voluto ricevere un regalo in occasione dei suoi 80 anni: “Sarebbe veramente un regalo bellissimo riceverlo da Maurizio de Giovanni, da Silvio Perrella, da Diego de Silva. Forse non sono credibile, mi guardano sempre come l’ex scugnizzo, eppure io ho la più grande distribuzione italiana. Hanno preferito giustamente Mondadori, Einaudi”.


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Tullio Pironti, l’editore, il libraio di Piazza Dante, l’ex pugile, l’autore di “Libri e cazzotti” con prefazione di Fernanda Pivano e de “Il paradiso al primo piano”, non aprirà più i battenti della sua storica libreria. Moltissimi i commenti, i post di commemorazione, i tantissimi riconoscimenti per questo editore dallo sguardo magnetico con i suoi immancabili maglioni dolce vita.

Gli sono stata sempre riconoscente perché nel 1980 ha pubblicato il libro di quattro giovani neo laureate dell’Università Federico II, compresa me, “Napoli: dentro e oltre il male oscuro”, frutto di una ricerca sociologica su una vicenda sanitaria inquietante di quei tempi. Lui non ebbe dubbi e stampò il libro. 

Perchè Tullio era così, immediato e veloce, sapeva che non ci avrebbe guadagnato ma lo pubblicò per sfida a tutti. Piazza Dante senza la sua personalità ingombrante e quello sguardo fulminante non sarà più la stessa. 

Per i suoi 80 anni lo andai ad intervistare in libreria e lo trovai con il suo amico avvocato Salvatore Maria Sergio con il quale giocava a scacchi. Mi incuriosì e divertì il fatto che Sergio avevesse addosso un foglio con la scritta: “In galera il ladro di cavalli”, firmato Il Popolo. Si divertivano a sfidarsi per ore. “Facciamo lunghe partite di scacchi, sono battaglie senza fine, anzi sono guerre”, disse Pironti.. “Ad una certa età giocare a scacchi mantiene la mente sveglia”. 

Mi concesse una lunga intervista in cui parlammo dei suoi grandi successi editoriali, da “Il Camorrista di Joe Marrazzo a The Vatican Connection di Richard Hammer, aIn nome di Dio. La morte di Papa Lucianidi David Yallop.  Era orgoglioso di essere uno dei primi in Italia ad aver editato testi di scrittori come Don DeLillo, Bret Easton Ellis, Anna Rice, Raymond Carver e il premio Nobel egiziano Naghiz Mahfuz. 

Sono stato nella nazionale di pugilato – gli piaceva ricordare –  il ring mi ha dato il coraggio della sfida, ho imparato a calcolare ogni mossa. E’ vero fu uno scandalo The Vatican Connection. Allora 100mila copie vendute in un batter d’occhio, nessuno in Italia voleva pubblicare questo libro, io telefonai e pagai anche poco i diritti d’ autore…Ed ebbi grandi soddisfazioni”.

Non sarà mai troppa la riconoscenza e il merito per averci fatto conoscere tanti autori internazionali.

A farglielo notare, rispondeva: “Tanti autori sconosciuti al pubblico italiano. Sono stato anche aiutato da Fernanda Pivanodiventata poi una mia carissima amica, quando veniva a Napoli passeggiavamo sottobraccio – dopo che avevo comprato i diritti d’autore di Ellis,Meno di zero”, partecipando semplicemente ad una gara telefonica. La Pivano mi telefonò e mi chiese “come ha fatto a comprare i diritti di Ellis”? E io: “C’è stata un’asta telefonica e l’ho vinta”. Lei mi chiese: “Ma lo sa chi ha sconfitto?”. Ed io: ”No, so che la posta si faceva sempre più alta”, finche la Pivano non disse: “Lei ha battuto la Mondadori ed io le regalerò una prefazione. E mi regalò una breve storia della letteratura americana del 900 che apriva il libro “Meno di zero”.

E poi, sempre in quell’intervista, con gli occhi sorridenti aggiunse: “Le donne mi hanno aiutato moltissimo, come Grazia Chierchi. Si meravigliavano come un ex scugnizzo potesse essere un editore così audace, si sa poi le donne sono più curiose..”.

Poi parlammo del passaggio dell’editoria classica all’era digitale, alla vendita online, al colosso Amazon. Questo danneggia gli editori e i librai, è fondamentale recarsi in libreria, perché se si va a comprare un libro, se ne vedono tanti altri e si è stimolati, incuriositi a leggere e a comprare più romanzi”. E poi con una certa malinconia aggiunse: “Si è perso il rapporto con il libraio amico che ti suggerisce di comprare un libro. Oggi è tutto così meccanico. Quella era un’epoca romantica, quando passava un cliente tu sapevi quali erano i suoi interessi, così facevo con i professori che passavano per andare all’Università, li chiamavo e gli suggerivo le novità”. Ed a proposito del basso tasso di lettori a Napoli, nel Sud, se lo spiegava così: “E’ principalmente un fatto economico, una persona che guadagna 1000 euro al mese, non può comprare libri. E poi questi ragazzi non hanno genitori che si mettono a leggere un libro, l’esempio viene anche dalla scuola ma più dai genitori. In famiglia, se un ragazzo vede che i suoi genitori leggono, prima o poi lo imiterà, prenderà il libro anche solo per curiosità”.

E per il vantaggio di ricevere libri in poche ore attraverso Amazon. Tullio Pironti rispose arrabbiato: Quando capiranno tutti gli editori che Amazon ci danneggia? Stanno eliminando anche quell’unica possibilità di andare in libreria per curiosare. Da Amazon vuoi un libro e te lo mandano. Insomma finisce là, un giorno non molto lontano ce ne accorgeremo tutti”. 

Sui rimpianti non ebbe dubbi a rispondere: “Rimpiango la gioventù, l’entusiasmo, l’emozione che provavo quando vendevo un libro. Così una volta mi disse Alda Croce, la figlia di Benedetto, che veniva in libreria: Pironti vengo sempre da lei perché si emoziona. Parole che non dimenticherò mai!”

E rispose così quando gli chiesi, tra gli autori contemporanei, da chi avrebbe voluto ricevere un regalo per i suoi 80 anni: “Sarebbe veramente un regalo bellissimo riceverlo da Maurizio de Giovanni, da Silvio Perrella, da Diego de Silva. Ho pubblicato autori stranieri ma questi scrittori non sono venuti da me”. Anche sui motivi dava la sua spiegazione: “Forse non sono credibile, mi guardano sempre come l’ex scugnizzo, eppure io ho la più grande distribuzione italiana. Hanno preferito giustamente Mondadori, Einaudi”.

Quanto al mistero che avvolgeva Elena Ferrante, l’autrice de l’Amica Geniale la risposta fu netta: “E’ stata un’operazione giornalistica de la Repubblica, del Corriere della Sera, che hanno creato un caso e, secondo me, c’entrano con questo business, sull’introito promozionale. E’ stata una furbata grande. L’autore per me è Goffredo Fofi. Sono stato sempre convinto di questo”.

Ciao Tullio Pironti, editore e libraio lungimirante!