Il Potere del Cane a Venezia 78, Benedict Cumberbatch in ottima forma in un western visivamente potente ma dalla storia confusionaria (recensione)

A volte l'arte non salva il film: è il caso de Il Potere del Cane a Venezia 78, film Netflix dalla regia notevole ma dalla storia debole, premiato solo dalle interpretazioni di Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst. La nostra recensione.

Il Potere del Cane a Venezia 78

INTERAZIONI: 82

Non convince abbastanza Il Potere del Cane a Venezia 78. Tratto dall’omonimo romanzo di frontiera di Thomas Savage, è una storia familiare, un western di provincia diverso da quelli cui il cinema ci ha abituati. Dimenticate le sparatorie alla Sergio Leone, o la tensione che separa due pistoleri al mezzogiorno di fuoco.

Il Potere del Cane è ambientato nelle valli del Montana del 1925. Due fratelli agli antipodi, George (interpretato dal mite Jesse Plemons), mansueto ed educato, e Phil (un Benedict Cumberbatch versione “cattivo” come non lo avete mai visto), il maggiore, arrogante e carismatico, gestiscono insieme il ranch di famiglia. Nelle loro vite si insinua la dolce ma forte vedova Rose (una convincente Kirsten Dunst) e suo figlio Peter (Kodi Smit-McPhee), un adolescente efebico che diventa l’oggetto di scherno di Phil e degli altri allevatori. Poi George sposa Rose e porta lei e Peter nel ranch di famiglia. Da quel momento in poi il rapporto tra i fratelli si incrina, subentra la gelosia che fa emergere vecchi rancori ma anche sentimenti.

Il Potere del Cane a Venezia 78 doveva rappresentare il ritorno della regista Jane Campion alla Mostra. Nonostante il film sia visivamente potente – sono maestose le immagini della natura sconfinata, ampie valli, boschi in cui perdere se stessi, e i lunghi pascoli che quotidianamente scandiscono la vita dei fratelli – la messa in scena non riesce a soddisfare a pieno le esigenze di un pubblico che, giunto alla fine, rimane con molti dubbi irrisolti.

La prima parte del film parte benissimo e si riescono a capire fin da subito le dinamiche che coinvolgono i personaggi: Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst si parlano appena, perciò riescono a trasmettere tutta la tensione, soprattutto la guerra personale che Phil intraprende nei confronti di Rose e di Peter. La seconda parte di film perde il suo fascino, fino al finale confusionario, in cui manca certamente un pezzo fondamentale del puzzle per capire in che modo si è giunti alla risoluzione finale.

In conclusione, Il Potere del Cane non è un film deludente, ma soddisfa solo a metà. Apprezzate le performance di Cumberbatch (che dà il meglio di sé nelle parti di diabolico vendicatore) e della Dunst, vedova che spera di trovare la felicità e invece finisce per trovarsi prigioniera di un incubo.

La pellicola di Jane Campion sarà disponibile sulla piattaforma Netflix dal 1° dicembre.