È Stata la Mano di Dio a Venezia 78, Maradona si fa da parte in uno dei film più intimi di Sorrentino (recensione)

Il regista Paolo Sorrentino torna alla mostra con il nuovo film: con È Stata la Mano di Dio a Venezia 78, si racconta una storia familiare: la recensione

è stata la mano di Dio a Venezia 78

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Chi ha vissuto gli anni Ottanta probabilmente ricorda come l’annuncio di Diego Armando Maradona al Napoli sia stato vissuto come uno degli eventi più attesi di sempre. È Stata la Mano di Dio a Venezia 78 parte da questa premessa per raccontare come una numerosa famiglia si prepara ad accogliere in città (e soprattutto allo stadio) il campione argentino.

Abbandonati gli sfarzi de La Grande Bellezza, una lettera d’amore alla Dolce Vita felliniana, Paolo Sorrentino torna alle sue origini con un film intimo e semi-autobiografico. Siamo nella metà degli anni Ottanta a Napoli. Il protagonista è Fabio “Fabietto” Schisa, un adolescente timido e insicuro, che attende come tanti coetanei l’annuncio dell’acquisizione di Maradona al Napoli. Il giovane non ha amici, è un solitario che ama gli studi classici e sogna di iscriversi alla facoltà di filosofia. I suoi eroi sono i suoi genitori: la madre Maria, una donna energica dedita a scherzi di ogni genere, spesso infantili, e il padre Saverio, un banchiere modesto ma umile di cuore.

La famiglia Schisa è numerosa: tra parenti scomodi e drammi dietro l’angolo, i pranzi non sono mai una noia. Poi accade una tragedia che mette in discussione ogni cosa, e Fabietto è costretto a crescere in fretta per imparare cosa vuole davvero fare nella vita. Ma prima deve capire chi è veramente, e non sarà facile.

È Stata la Mano di Dio è un racconto di formazione in cui Sorrentino mette a nudo il ritratto di un fragile ragazzo che si affaccia all’età adulta. Emarginato a scuola, Fabietto vive con gioia la passione dei suoi genitori, che dopo tanti anni ancora si amano (non senza qualche crepa), e può contare su un fratello maggiore, Armando, che gli vuole bene.

La svolta decisiva arriva a metà film e colpisce il ragazzo come un fulmine a ciel sereno. Fabietto deve scegliere se sprofondare nel suo dolore, oppure alzarsi e iniziare a vivere realmente. Lungo il cammino incontrerà qualche amico, una donna che lo inizierà alla sessualità, e infine scoprirà finalmente la sua vocazione, un’ancora di salvezza che lo farà uscire dal suo tunnel. E forse è stata proprio la mano di Dio, come quel goal segnato dal pibe de oro in quell’indimenticabile quarto di finale dei Mondiali ’84, a salvare Fabietto dal suo abisso personale.

La presenza di Maradona – inquadrato solo di sfuggita o di spalle – è solo un contorno, un pretesto per il racconto di un ragazzo comune. E anche questa è una grande bellezza. È Stata la Mano di Dio sarà disponibile su Netflix da dicembre.

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