De Donno ucciso una seconda volta e questo è accaduto nel mondo virtuale

Su Wikipedia si trovano schede su Hitler, Stalin, Manson, sui peggiori serial killer psicopatici cannibali e persino su Wanna Marchi, ma su De Donno, no


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Mentre l’Italia si scanna sui vaccini, si dispera sul greenpass, si esalta alle imprese di Jacobs e Tamberi, qualcosa di sordido si compie nei bassifondi della rete. Hanno ucciso un’altra volta il dottor De Donno, trovato impiccato pochi giorni fa nella sua casa di Curtatone, cuore mantovano. Denigrato, isolato, umiliato col camice addosso, De Donno non può riposare ancora: chi lo odiava da vivo ha continuato, chi lo diffamava ha continuato, come qualche carogna della sotto informazione mercenaria. Altri lo hanno esaltato in modo strumentale, e non manca chi ha provato a sottrarre il cadavere. Sono fiorite le immancabili erbacce della dietrologia, De Donno suicidato dalla mano nera di Big Pharma, dalla sua coscienza, morto dopo essersi vaccinato (a dicembre…), l’idiozia perniciosa non ha vaccino che la curi. Come se un uomo sensibile, generoso, capace di quell’orgoglio che è dei puri e degli umili, non potesse averne pieni i coglioni, non potesse arrendersi all’idea che tutto è stato inutile, che ingiustizie e ingratitudine e livore sono stati troppi.
Troppi, eppure non bastavano. C’era da farlo fuori una seconda volta e questo è accaduto nel mondo virtuale. È accaduto su Wikipedia, sedicente enciclopedia libera: dal rigore e dalla trasparenza, senz’altro; dalla precisione e dalla responsabilità, non c’è dubbio. Dal 31 luglio, la voce “Giuseppe De Donno” risultava cancellata: solo una striminzita sequela d’interventi di anonimi che, uno dopo l’altro, hanno rimosso tutti i contenuti. Hanno censurato. Hanno consegnato alla damnatio memoriae il reprobo suicida per il rimorso di essere diverso, di avere studiato terapie alternative (anche questo è stato insinuato). Insomma qualcuno lì in quel gran casino spacciato per accademia della cultura democratica, ha fatto giustizia alla maniera dei regimi.
Su Wikipedia si trovano schede su Hitler, Stalin, Manson, sui peggiori serial killer psicopatici cannibali e persino su Wanna Marchi. Su De Donno, no. La sua colpa è di essere esistito, aver fatto il medico, avere realizzato terapie alternative ai vaccini, nei quali pure credeva, e poi, deluso, sconfitto, consegnato alla gogna, di avere rassegnato le dimissioni dal suo ruolo di primaio per tornare al camice di medico condotto. Un dottore di campagna che ancora sognava di poter continuare i suoi studi eretici. No. De Donno no. Per Wikipedia, enciclopedia libera, era persona non grata. Lì dentro gorgoglia di tutto, bugie, dietrologie, esaltazione di criminali come Cesare Battisti, ricostruzioni ideologiche, per lo più a senso unico, e chi vuole può farsi il proprio ritratto esagerando in prodezze; De Donno non doveva vivere neanche lì: è l’abominio, la vergogna dell’umanità, il capro espiatorio. Non andava in televisione, anzi veniva puntualmente disprezzato dai virologi di scarso valore e immensa ambizione: la vera congiura dei somari. Proprio le televisioni, di fronte al suo straziante suicido, si sono voltate dall’altra parte. I giornali l’hanno liquidato, quasi tutti, come un fanatico che aveva provvidenzialmente tolto il disturbo. Poi è sparito anche da Wikipedia, pozzo di scienza autoindotta, enciclopedia libera, ma libera veramente. Dal rimorso.
Ha scritto su Twitter qualche provocatrice: “Felice della morte di quel porco di De Donno che con le sue terapie finte ne ha ammazzati tanti”. Non aveva ammazzato nessuno e aveva salvato parecchi. Ma forse è proprio questo che non si poteva dire, che non conviene ricordare. Il medico Giuseppe lascia un camice inanimato e bianco, bianco come la memoria, come il silenzio, come la sua scheda su Wikipedia.
Che questa mattina, a sorpresa, è ricomparsa. Ma era meglio il vuoto, perché la voce che lo riguarda è un trafiletto grondante disprezzo e menzogna, una roba da vermi che pare uscita dal famigerato CTS: poche righe per denigrare un delinquente che si era messo in testa chissà che terapie e poi, davanti all’indubbio fallimento del medico, dello studioso e dell’uomo, non gli è rimasto che appendersi a un trave. Quello che non viene specificato, è la colpa di essere il santino dei novax (cui non apparteneva), di essere portato in processione da Forza Nuova (con cui nulla aveva a che fare) di stare sui coglioni ai Burioni e Pregliasco. Così l’hanno fatto fuori per la terza volta. E non basterà, la sua scheda infame o verrà cancellata di nuovo, o invasa da un tracimo di falsità. Così funziona oggi nelle Rete democratica, nelle sue istituzioni libere, ma sempre pronte a chiederti soldi, se non sei un farabutto, un terrorista, un intrigante, un leccapiedi in camice del potere che decide la tua carriera. Se sei un medico all’antica e credi nel tuo giuramento. Così funziona se ti chiamavi Giuseppe De Donno.