L’assessore Adriatici e l’omicidio di Voghera: non chiamatela legittima difesa

La pistola non è arrivata da sola sul luogo del delitto. Così come il colpo non è partito per caso. E rispondere a un pugno con uno sparo non è da Paese civile

assessore adriatici

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Ci saranno dei magistrati che daranno la giusta rubricazione giuridica a ciò che è successo. Ma una cosa è certa, e il tentativo messo in atto in queste ore di cambiare le carte in tavole è solo l’ennesima meschinità di certa politica. Bisogna avere il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome e ciò che ha fatto l’assessore Adriatici non ha nulla a che vedere con la legittima difesa. Qualcuno nelle ultime ore ci sta provando in tutti i modi, ma il gesto dell’assessore leghista di Voghera non è il tentativo di un cittadino inerme di difendersi ma molto di più.

Eccesso colposo di difesa, omicidio preterintenzionale o addirittura volontario, lo stabiliranno i giudici ma di sicuro ciò che è successo non ha nulla a che vedere con la legittima difesa. L’assessore Adriatici ha sparato a un uomo disarmato, Youns El Boussetaoui. Aggressivo, ma disarmato. Un uomo che l’aveva colpito con un pugno ma non per questo meritava la morte. C’è una sproporzione assoluta tra chi ti colpisce a mani nude e chi risponde con un colpo di pistola. Ancora di più se non sei in imminente pericolo di vita.

In queste ore sta girando un video di una telecamera di sorveglianza con il quale si sta provando a fare un gioco sporco. Le immagini aiutano in questo intento visto che riprendono la vittima colpire con un pugno l’assessore e poi non riescono a riprendere l’angolo cieco da dove viene esploso il colpo. A guardarlo così, la reazione istintiva di chi guarda è dire “se l’è meritato” o “ha fatto bene” ma per fortuna la legge italiana prevede tutt’altro. I magistrati analizzeranno tutte le circostanze e alcune lasciano allibiti.

L’assessore Adriatici lo “sceriffo”

A cominciare dal fatto che l’assessore Adriatici era solito girare armato in città. Per questo si era guadagnato il soprannome di “sceriffo” nonostante il piccolo comune lombardo sia tutt’altro che il Far West. La sera dell’uccisione di El Boussetaoui, ha estratto la pistola dalla fondina e l’ha mostrata alla vittima. Aveva già il colpo in canna e ha tolto la sicura che, come ha spiegato il suo legale, nella calibro 22 si trova sul lato sinistro del calcio e può essere facilmente disinserita con il pollice.

El Boussetaoui stava infastidendo delle persone, era noto per avere disturbi psichici, e l’assessore non si è accontentato di chiamare la polizia. Si sarebbe comportato così da membro di una comunità civile che vuole tutelare i suoi concittadini. No, non gli è bastato. Ha impugnato l’arma, l’ha mostrata alla vittima e l’ha messa in condizione di sparare. Di lì il passo fino ad arrivare all’esplosione del proiettile che ha colpito al petto El Boussetaoui è stato breve. Quasi istintivo. La sua versione attuale è che non sa come questo colpo sia partito. In un primo momento ha detto accidentalmente. Adesso non ricorda proprio il momento in cui è stato esploso.

La realtà è che i proiettili non partono per caso. Soprattutto con armi ben collaudate e moderne. Bisogna fare una serie di gesti volontari come mettere il colpo in canna, togliere la sicura e tirare il grilletto. Per colpire poi al petto un uomo bisogna anche un minimo mirare perché le possibilità che il proiettile vada accidentalmente al centro della figura sono molto remote. Ma prima ancora bisogna decidere di estrarla la pistola. E ancora prima di portarla con sé in giro per la città. Se si vuole spaventare qualcuno non si mette il colpo in canna.

Magari la si estrae ma, come insegna la polizia americana, una volta estratta la pistola non la devi più rimettere nella fondina. Ha fatto così l’assessore ed è finita proprio “all’americana”. Con un uomo bianco che spara e un nero che muore. Quella pistola non doveva proprio essere lì e nessun “illuminato” che in queste ore ci sta provando, potrà giustificare il gesto dell’assessore Adriatici. Le armi le portano e le usano, molto raramente le forze dell’ordine. Quando si è in pericolo si chiamano gli uomini in divisa. Questo è il gesto istintivo che ogni cittadino deve fare in un Paese civile. Altrimenti lasciamo spazio alla barbarie e solitamente, quando questo succede, qualcuno muore.