Al Campania Teatro Festival “Bufale e liùne” di Pau Mirò messo in scena dalla Compagnia Nest

Nell’opera si rappresenta un viaggio cupo ed ironico in una vicenda familiare che si svolge all’interno di una piccola lavanderia. La Compagnia Nest, invece, in collaborazione con Enrico Ianniello,unisce due dei tre testi della trilogia di Mirò (Bufale, Liune e Giraffe) facendolo diventare un unico canovaccio con due forme diverse di messa in scena


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Felice debutto alla quattordicesima edizione del Campania Teatro Festival, diretto da Ruggero Cappuccio, dello spettacolo “Bufale e liùne” di Pau Mirò, tradotto e adattato da Enrico Ianniello, con Gerardo BenedettiAlessandra BorgiaAngela FontanaGiuseppe GaudinoStefano Meglio, e con la partecipazione in voce di Francesco Di Leva e Adriano Pantaleo, per la regia di Giuseppe Miale di Mauro, nel Cortile della Reggia di Capodimonte. Una produzione Nest e Teatro Diana.

Conosciamo numerosi testi del drammaturgo catalano Pau Mirò (classe 1974) tradotti, adattati e portati in scena con successo sia dallo stesso Ianniello che da altri registi in questi anni e sono tutti dotati di un ritmo notevole, scanditi da dialoghi ora solo espressivi ora molto veloci e verbosi. Ianniello fa un particolare ed originale lavoro linguistico e drammaturgico nell’adattamento di questi testi all’ambientazione napoletana, nel trasportare la realtà catalana a quella partenopea. Insomma nessuna differenza concettuale, territoriale e comportamentale degli attori sembra cogliere lo spettatore immerso in una vicenda dai connotati tipicamente napoletani.  Nell’opera si rappresenta un viaggio cupo ed ironico in una vicenda familiare che si svolge all’interno di una piccola lavanderiaLa Compagnia Nest, invece, in collaborazione con Enrico Ianniello,unisce due dei tre testi della trilogia di Mirò (Bufale, Liune e Giraffe) facendolo diventare un unico canovaccio con due forme diverse di messa in scena: “stralci monologanti tratti da bufale racconteranno al pubblico ciò che è avvenuto alla famiglia in passato e s’intersecheranno con l’azione scenica di liùne che, invece, racconta il presente”.

Da tempo pensavamo – scrive la Compagnia– di affrontare la drammaturgia di Pau Mirò. Ne avevamo parlato spesso con Enrico Ianniello e tramite lui avevamo letto alcuni testi. Poi un giorno Enrico ci ha detto: “Ho un testo perfetto per voi ma mi dispiace farvelo leggere perché avrei voluto tanto farlo io, solo che è proprio il testo vostro”. Dopo averlo letto abbiamo capito cosa intendesse. Questa storia infatti sembra scritta direttamente per noi: la vicenda di una famiglia proprietaria di una lavanderia che vive nel ricordo di un fatto tragico avvenuto molti anni prima: la perdita di un figlio”. 

C’è in questa messa in scena una speciale coralità degli attori che si muovono con un bel ritmo, la regia asciutta e senza sbavature di Giuseppe Miale Di Mauro li guida senza enfaticità o derive populiste.  L’adattamento di Enrico Ianniello sposta la vicenda dal quartiere Raval di Barcellona alla periferia est di Napoli facendola apparire come scritta per San Giovanni a Teduccio, contesto in cui opera la Compagnia Teatro Nest da anni. La storia inizia quando un ragazzo si presenta nella lavanderia in piena notte con una camicia sporca di sangue chiedendo di poterla lavare e qui trova una ragazza su una carrozzina. L’intreccio familiare tra il padre, la madre e la ragazza è assolutamente complice, a tratti comico, a tratti apparentemente drammatico, reso più aggrovigliato dall’arrivo di questo ragazzo che sembra subito piacere alla ragazza. Emergono tinte di suspense seppur poco accentuate che sembrano favorire uno schema chiaro: capire da cosa fugge il ragazzo che si è rifugiato nella lavanderia. Qui la storia assume nuances da noir che però si svelano immediatamente con l’arrivo in lavanderia di un commissario che farà scoprire alla famiglia che nella notte è stato accoltellato a morte uno spacciatore del quartiere. Bravissimi e convincenti tutti gli interpreti da Gerardo Benedetti, ad Alessandra Borgia, ad Angela Fontana, a Giuseppe Gaudino, a Stefano Meglio che si muovono sincronicamente in una certa ambiguità ma anche manifestando tutto il loro carico di delusioni e collera. Assistente alla regia Marica Palmiero, le scene di Luigi Ferrigno, i costumi di Giovanna Napolitano, light designer Luigi Biondi.  

Nel Cortile della Reggia di Capodimonte si respira aria di teatro. Era ora.