Euro 2020. Italia sotto accusa. Chi non si inginocchia è razzista. O la vittima del conformismo radical chic?

Monta l'indignazione contro gli azzurri che non si sono inginocchiati. Politici, star del web, ex atleti li accusano di razzismo ed invocano punizioni ed esclusioni

Italia Euro 2020

Euro 2020,la nazionale italiana


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Euro 2020 entra nel vivo. La conclusione della fase a girone ha definito la griglia degli Ottavi di Euro 2020. Sedici formazioni si contenderanno il titolo. E nessuna della big manca all’appello della fase decisiva di Euro 2020: i campioni d’Europa uscenti del Portogallo, i campioni del mondo della Francia, la Germania che ha soffero molto più del previsto contro l’Ungheria, l’Italia di Mancini a punteggio pieno.

La formazione azzurra è stata certamente tra le protagoniste più brillanti della prima fase di Euro 2020 conclusa a punteggio pieno. Insigne e compagni si preparano, con consapevole rispetto e forte ottimismo, ad affrontare l’Austria nella gara ad eliminazione diretta in programma sabato alle ore 21.00. Ma l’ombra dell’accusa di razzismo incombe sulla nazionale azzurra. E su alcuni atleti pende la richiesta di squalifica ed esclusione.

Il tecnico ed il gruppo sono concentrati sugli avversari, ma sono anche stati investiti da una vera e propria bufera mediatica. In occasione della gara contro il Galles i rivali si sono inginocchiati tutti al segnale dell’arbitro come stabilito dal protocollo di Euro 2020. Hanno così manifestato la loro adesione alla campagna anti razzista BLM. L’Italia si è spaccata praticamente a metà. Gianluigi Donnarumma, Leonardo Bonucci, Alessandro Bastoni, Jorge Luiz Frello Filho detto Jorginho, Marco Verratti e Federico Chiesa sono rimasti in piedi mentre i compagni toccavano il prato dell’Olimpico di Roma con il ginocchio.

L’argomento è divisivo. E come tutto quello che riguarda il calcio accende polemiche naturalmente amplificate dal tribunale permanente dei social. I radical chic della protesta alla moda bollano senza pietà come razzisti coloro che non si mettono in ginocchio e come omotransfobi coloro che non sventolano l’arcobaleno. E’ la facile indignazione acchiappa clic alla cui tentazione non sfuggono segretari di partito, star del web, ex atleti di una certa fama. Noi siamo puri, giusti, buoni. Tutti gli altri sono cattivi e criminali. Euro 2020 diventa una nuova occasione di scontro.

La lotta contro il razzismo ed ogni discriminazione fa davvero onore ad Euro 2020. E’ giusto che lo sport contribuisca ad abbattere ogni barriera discriminatoria di ogni tipo: sesso, condizione sociale, etnia, religione. Sono sentimenti che ogni sportivo condivide pienamente che si inginocchi o meno. La campagna Black Live Matter nasce negli USA come reazione ad uno specifico episodio di cronaca. Riguarda le operazioni di polizia. Volerla imporre con campagna anti-razzistica è una forzatura che va bene per i modaioli della protesta radical chic. Ma chi non aderisce non merita l’accusa di razzismo.