Elvis Presley era razzista? Nonostante le ripetute smentite da parte del King e dal suo staff, lo storico produttore di Michael Jackson e tanti altri, Quincy Jones, ritorna sull’argomento aggiungendo nuova linfa a un rumor che non ha mai trovato fondamento nei fatti.
L’incontro tra Quincy Jones e Michael Jackson
Quincy Jones è stato intervistato da Seth Abramovitch per inaugurare la rubrica THR Icon dell’Hollywood Reporter e ha raccontato tanti aneddoti della sua carriera. Non sono mancati gli episodi con Michael Jackson, star indiscussa della Motown e Re Del Pop inarrivabile. A proposito di Jackson, per esempio, il produttore ha raccontato di averlo incontrato per la prima volta quando l’artista aveva appena 12 anni. In quell’occasione Michael si trovava in casa di Sammy Davis e raccontò a Jones di aver bisogno di un produttore che lo aiutasse con il primo album solista.
In occasione delle riprese del film The Wiz (1978) Quincy Jones si accorse che Michael Jackson, che interpretava lo spaventapasseri, si divertiva a imitare Elvis Presley. A quel punto Abramovitch gli chiede se avesse mai pensato di lavorare con The King e Jones risponde con un “no” categorico.
Elvis Presley era razzista?
Il motivo è presto detto: “Era un razzista figlio di pu**ana” anche se “prendeva lezioni di canto da Otis Blackwell” (quest’ultimo, però, ha sempre smentito di aver incontrato Elvis). Per questo, secondo Jones, lo stesso direttore d’orchestra Tommy Dorsey si rifiutò di lavorare con la voce di Jailhouse Rock.
La redazione di NME ha contattato gli eredi di Elvis Presley per un commento, che deve ancora arrivare. Dunque Elvis Presley era razzista? Lo stesso artista aveva smentito questa pessima reputazione ai microfoni di Louie Robinson nel 1957, durante le riprese del film Il Delinquente Del Rock’n’Roll. Su di lui, infatti, giravano voci che durante un’intervista avrebbe detto: “L’unica cosa che i ne**i possono fare per me è comprare i miei dischi e lustrarmi le scarpe”, ma non esistono prove di tale affermazione.