OM incontra Janua, talentuoso artista da tenere d’occhio

"Nessuno di noi, dovrebbe abbandonare i propri sogni, e dovrebbe fare il possibile per cercare di realizzarli"

gaetano zampetti

Ph: Annalisa Cervone


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OM incontra Janua – Gaetano Zampetti – un promettente cantautore visto a Sanremo web qualche anno fa. Dei 500 artisti presenti, Janua è arrivato terzo e ha vissuto un’esperienza inaspettata accompagnata da un marasma di emozioni che hanno compensato la mancata vittoria.

La storia di Janua è quella di un artista che ha ancora l’amaro in bocca per aver toccato con mano delusioni e dolori che il mondo della musica spesso riserva. Ma Janua non si è mai arreso: sta continuando a scrivere e a mettere in musica emozioni e sensazioni che la vita gli riserva.

Determinato e indubbiamente talentuoso Janua si augura di riuscire a trovare un suo posto nel mondo della musica e sta lavorando intensamente con la guida di un vocalist coach e di un arrangiatore di cui ci parla nel corso dell’intervista.

Il suo nome d’arte si rifà al latino. Dal termine “Janua” si ricava “janara”, Strega. Ha un rapporto particolare con la fede ed è appassionato di esoterismo.

Ti abbiamo visto a Sanremo web, come è andata?

Sono arrivato terzo, con il brano “ABBRACCIAMI”, su 500 artisti e alcuni di loro venivano già con dei talent show alle spalle o con case discografiche un po’ più “grandi”. Ne fui molto sorpreso, dato che il televoto faceva da sovrano. Purtroppo, si sarebbe esibito solo il primo classificato e un po’ di amaro in bocca è rimasto. Ma in  quel “viaggio” ho provato emozioni che hanno compensato la mancata vittoria.

Cantare dinanzi la commissione del festival è stato, di per sé, già un sogno. Ho sentito i miei amici vicini, pregare e sognare per me, il sostegno del mio paese e poi la mia famiglia farsi in quattro (centomila). Ogni piccola vittoria, che sia inerente alla musica o meno, è per la mia famiglia. è tutto il mio mondo, è tutto ciò di cui ho bisogno.

Al di là di tutto, ho un ricordo di questa esperienza ancora molto forte, ed è sicuramente, la più importante e significativa. Mai, mi sarei aspettato, a 22 anni di essere a Sanremo, nell’Ariston, sul quel palco, calcato dagli artisti più grandi della musica italiana e non solo (penso per esempio a Whitney Houston). Ricordo che durante la bonifica del teatro, ci chiesero di uscire. Stavo per farlo, ma il mio istinto mi suggerì di nascondermi da qualche parte, perché anche se vuoto, anche se da solo, quel palco doveva essere un po’ mio. Quando i controlli furono terminati, mi accertai che nessuno potesse vedermi e lentamente, sorridendo, tremando e con il magone alla gola avanzai verso il palco, al centro. Presi un respiro grande e guardai di fronte a me, come se c fosse il pubblico, come se dovessi iniziare a cantare…e avrei tanto voluto farlo. É un sogno che faccio ancora e che spero di realizzare.

Un percorso alla vecchia maniera, sei stato notato da alcuni produttori e poi?

Sì. Tutto accadde per caso. Lasciai un mio CD di covers in un ristorante, dove spesso i produttori di allora si recavano. Ascoltarono e chiesero di me e da lì partirono alcuni provini su alcuni pezzi scritti da loro o dai loro collaboratori. Tra questi, anche “ABBRACCIAMI”. Purtroppo dopo Sanremo non accadde nulla. Forse, un po’ perché ero un ragazzino… ma forse si sarebbe potuto insistere un po’ di più.

La delusione fu grande e per un anno decisi di fermarmi, pensando che fosse giusto cambiare strada. Ma non si possono tenere a bada i sogni. Più mi dicevo che non era il caso  di riprendere a cantare, più si manifestava – e aggiungerei con “grande forza”- il desiderio di esibirmi di dare sfogo a quella passione che ho capito, avere senso, a prescindere dal percorso artistico. Ho imparato a cantare anche per me stesso…ed è bellissimo ugualmente. 

Ripresi con diversi progetti, tra cui uno molto importante ancora oggi: I GRIMOIRE. Faccio parte di questo Trio Vocale, che funziona alla perfezione. Ci piace sperimentare e mischiare le nostre tre differenti personalità musicali e senza presunzione, posso dire che nascono cose bellissime che riescono sempre ad entrare nel cuore di chi ci ascolta. Ho un rapporto con i miei colleghi, nonché amici, molto trasparente. siamo liberi di credere anche in altri progetti, senza abbandonare quello de I GRIMOIRE.

Stai continuando a scrivere?

Sì assolutamente. Ho scritto diverse cose, ma c’è un pezzo in particolare che sento epidermicamente. È in inglese e  si chiama “I DO WHAT I WANT” (Faccio Come Voglio). L’ho scritto in un momento in cui ero stanco di vivere determinate situazioni, di dover dire per forza si, quando invece la mia risposta sarebbe stata un grande no. Ero stanco, di dovere accettare dinamiche incompatibili con la mia persona. Il brano parla proprio di rivincita, di rinascita, di forza. La forza di ribellarci a ciò che non ci sta bene, di darsi il giusto valore anche a costo di perdere qualcosa. Nel ritornello ripeto spesso “I AM THE OWNER OF MY LIFE”, (Sono Il Padrone Della Mia Vita), perché tutti noi dovremmo ricordarcelo.. Lo ripeto con forza, ma soprattutto con rabbia.Credo molto in quest’ultima e nel suo potere terapeutico. Dalla rabbia (e ribadisco, non quella patologica) possono nascere grandi opportunità. Può darci la risolutezza che ci serve, la spinta che non siamo mai riusciti ad avere sino ad ora, per affermare noi stessi, senza danneggiare gli altri.

Perché scrivi in inglese? 

Beh, devo dire che c’è sempre stata una grande passione per questa lingua e che la musica ha contribuito all’ accrescimento e al perfezionamento di quest’ultima…anche se, so che devo ancora migliorare; ma lo parlo fluentemente da anni. Quando eravamo più ragazzini io e le mie due sorelle, parlavamo in inglese per non farci capire da mamma e papà. In questo modo potevamo raccontarci tutto quello che volevamo. 
Mi piacerebbe molto anche imparare lo spagnolo. 

Cosa stai facendo in questo momento?

L’anno scorso ho dovuto e voluto, soprattutto, lasciare il lavoro che svolgevo (Non si fa nulla per nulla). Nonostante le difficoltà, di ogni tipo, del periodo, non mi sono abbattuto e ho deciso di riprendere le redini in mano con la musica, che è il motore di ogni cosa per me. Ho lavorato al mio pezzo, cercando di conferirgli il giusto sound. A tal proposito vorrei ringraziare, Marco Colella, il mio vocal coach e, Roberto Fallarino che ha curato con attenzione, sensibilità e grande professionalità l’arrangiamento.

Quali sono i obiettivi per il futuro?

Il mio obiettivo, o se vogliamo, l’augurio che mi faccio, è quello di trovare un posticino nel mondo della musica, anche se oggi come oggi, non è per niente facile. Quindi con i piedi a terra, ti dico che, vorrei farmi conoscere, ascoltare, poiché credo di avere tante cose da dire e da raccontare, dove le persone possono, in qualche modo, rispecchiarsiInoltre, sto incominciando a lavorare ad altri pezzi che saranno anche in lingua italiana, musicalmente aiutato dal chitarrista Gabriele Ciullo. …E poi ci sarebbe il sogno più grande, a cui non smetterò mai di ambire: salire sul palco di Sanremo, ma questa volta cantando il mio pezzo.

Concludo dicendo che nessuno di noi dovrebbe abbandonare i propri sogni, e dovrebbe fare il possibile per cercare di realizzarli. Metà strada noi e metà strada loro. Quei sogni sono importanti e ci tengono vivi.