Intervista con Virginio: “Rimani mi cercava”

OM intervista Virginio in occasione dell'uscita di Rimani, il nuovo singolo

Virginio rimani

Ph: Giuseppe Foglia


INTERAZIONI: 3

Si intitola Rimani il nuovo singolo di Virginio, attualmente in radio, e racconta la volontà di rielaborare e dare una nuova forma a quegli amori ormai privi di energia.

“Arrivi a un punto in cui dici che non è giusto ripensare solo alla fine, del tuo rapporto, al dolore che in prossimità fa più male… eppure non puoi neppure trascinare inutilmente qualcosa che non esiste più”, racconta Virginio. “Perché restare invischiati in un rapporto ormai logorato solo per la paura di affrontare il futuro, di fronteggiare i cambiamenti? Perché restare seduti su una sedia, impotenti, davanti a una certezza che in fondo è solo un alibi?”

Rimani è un brano che rappresenta in modo particolare Virginio, un brano che “si è scelto da solo”. L’artista racconta che, con l’etichetta MP, ha provinato tante canzoni ma “Rimani mi cercava, tornava sempre”. 

Intervista con Virginio

Il tuo nuovo singolo, Rimani, è stato accolto molto bene sin dal rilascio. Come è nato?
Rimani è un pezzo che parla di me, è nata alla fine di una relazione. Tutti viviamo storie che ci intrappolano, anche involontariamente. Ci fanno stare bene da un certo punto di vista ma poi magari non ci permettono di crescere o di cambiare. Però credo che si debba prendere atto che il cambiamento esiste – e che non c’è nulla di male in questo – e che i nostri sentimenti evolvono. Bisogna avere il coraggio di rimboccarsi le maniche e andare avanti perché è la cosa più difficile da fare. Finché sei seduto sulla tua poltrona sei protetto, in un certo senso. Questo ti deve comunque dare la possibilità di essere te stessa fino in fondo, cambiare ed essere liberi – che poi per me è il senso di questa canzone. Prendere consapevolezza, essere se stessi, è la cosa più difficile da fare. Quando viviamo storie lunghe però ci sono tante cose che ci tengono inchiodati, come è normale che sia.

Lascia un po’ l’amaro in bocca…
Rimani lascia l’amaro in bocca nella misura in cui è vera. Non cerca una morale anche se poi in fondo te la dà. Ti dice che dobbiamo essere noi stessi e se quello che vogliamo è qualcuno che ci chieda di restare allora dobbiamo andarlo a prendere, a cercarlo o almeno dobbiamo essere libri di accoglierlo.

Canti ogni storia ha le sue catene. Nel tuo percorso ti sei mai sentito incatenato?
Credo che un po’ tutti a volte ci sentiamo intrappolati e sono momenti che, visti con il senno di poi, capiamo che sono stati i veri momenti di svolta: è dai momenti di crisi che nasce un reale cambiamento.

In altre interviste hai raccontato di essere stato vittima di bullismo, cos’è successo?
Nel corso dell’adolescenza tanti momenti mi hanno segnato. Subivo quello che oggi è body shaming, ero molto gracile. Ero anche molto fragile, avevo quella stessa fragilità che poi per me è diventato un atto di forza perché poi alla fine la cosa che mi piace raccontare è proprio questa. Vorrei dire: “Ragazzi, le cose cambiano”.

Cosa ti ha salvato?
Io sono stato letteralmente salvato dalla musica, non tutti hanno la musica pronta a salvarli. La musica mi ha dato la forza di capire che potevo essere realmente quello che volevo essere, mi ha fatto capire che potevo essere parte del mondo.

Cosa vedi nel tuo futuro musicale?
In questo momento mi sento senza dubbio a fuoco, non che prima non lo fossi, ma la musica è sempre un viaggio. Scrivo sempre la verità: più una cosa è personale più si riconoscono. Può sembrare un controsenso ma in realtà questo ci dimostra che siamo tutti simili. Continuerò a farlo anche in futuro e sto già pensando ai prossimi singoli.