La poesia Danza Lenta di Alessandro Cicognani torna in auge ma si riconferma bufala

Ancora una volta i versi tornano protagonisti di una catena social ma sono doverosi tanti chiarimenti

Poesia danza lenta di Cicognani

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Torna a circolare dopo una lunghissima assenza la catena social con protagonista la poesia Danza Lenta di Alessandro Cicognani, o sarebbe meglio chiarire subito la presunta tale. I versi commoventi e belli, secondo la nota social, sono attribuiti ad una giovane paziente dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna e proprio il medico già menzionato si sarebbe reso artefice del messaggio virale per sensibilizzare gli italiani sul dono prezioso della vita, riconosciuto a volte solo nel caso si venga colpiti da una malattia terminale che limita ogni prospettiva futura. Ebbene, il professore preso come riferimento non ha nulla a che vedere con la catena e quest’ultima viene davvero da molto lontano.

Era il lontano 2018 e la bufala della poesia Danza Lenta di Alessandro Cicognani già circolava in Italia. Eppure, neanche quella era la prima volta che il messaggio virale compariva nel nostro paese, per non parlare nel resto del mondo. La prima volta che gli emozionanti versi sono stati redatti è stato addirittura nel 1999. Proprio la poesia ora in circolazione in italiano non era altro che quella intitolata “Slow Dance” dello psicologo e poeta David L. Weatherford. Nulla a che fare con una ragazzina allo stato terminale di una malattia terribile come il cancro ma semplicemente un’opera di un professionista di certo ispirato nei versi dalla sua vita e dal suo stesso lavoro. Già allora, lo scritto si era diffuso via mail per poi iniziare a valicare i confini dei primi social network. La versione nostrana risulta essere una semplice traduzione giunta da svariati anni entro i nostri confini e ciclicamente riproposta.

Per quanto si faccia riferimento alla poesia Danza Lenta di Alessandro Cicognani, in qualità di direttore del dipartimento di pediatria del Sant’ Orsola, il suo riferimento non ha nulla a che fare con il poema. In passato, in corrispondenza della precedente ondata della catena, proprio l’istituto di Bologna è stato inondato di chiamate e mail per richiedere informazioni sui versi e sulle condizioni della presunta giovane autrice dell’opera. Proprio perché quanto raccontato nella nota non corrisponde a verità, sarebbe proprio il caso di evitare qualsiasi disturbo al personale della struttura. Quest’ultimo, soprattutto in questo periodo, ha ben altro a cui pensare che ad una catena social d’annata.