Torna alla ribalta una vecchia bufala denominata la danza lenta di Cicognani: si tratta di una poesia (anche pregievole) che sarebbe stata scritta da una ragazzina malata terminale di cancro e che in molti in questi giorni stanno condividendo via Facebook ma anche WhatsApp, commossi dalle parole di una persona pronta a lasciare questa vita. Chiaro che l’intenzione di chi diffonde il messaggio sia tutta positiva ma peccato che sempre la medesima nota presenti i dati sensibili del dottore Alessandro Cicognani, Direttore dell’Unità operativa di Pediatria presso l’Università degli Studi di Bologna e il Policlinico S.Orsola‐Malpighi, mettendo il professionista ancora una volta al centro dell’attenzione. Ebbene si, perché non è la prima volta che ciò accade.
Andiamo agli albori della bufala danza lenta che ha le sue origini negli Stati Uniti e che in origine non aveva certo tra i protagonisti il professore Cicognani. La bella e sentita poesia “Slow Dance” dello psicologo e poeta David L. Weatherford già nel 1999 era stata legata al racconto di una ragazzina nello stadio finale di una malattia terribile come il cancro e dunque si capisce subito come i toccanti versi non siano in realtà autobiografici e amatoriali ma abbinati ad una fantomatica storia costruita a tavolino. All’epoca e poi negli anni successivi, il messaggio si diffuse via mail per giungere poi sui social network odierni, naturalmente su Facebook e WhatsApp con un’ulteriore personalizzazione nazionale. Ed ecco qui il riferimento al professionista di Pediatria del Politecnico S.Orsola che a più riprese ha smentito il suo collegamento al messaggio, invitando tutti a non condividere la nota falsa e tanto più responsabile di una vera e propria pioggia di contatti proprio presso l’istituto bolognese, gravando e non poco su una struttura che opera per tutt’altro scopo e non per rispondere alle richieste di italiani incuriositi da una catena social.
Insomma, facciamo noi un invito ai nostri lettori: per quanto la diffusione della poesia danza lenta spacciata per opera di Cicognani sia bella ed emozionate, meglio evitare di condividere il messaggio in toto con i nostri contatti sui social come su WhatsApp. Al più, sarebbe meglio epurare la nota dei dati personali del dottore del centro di Bologna per evitare che si diffondano false notizie, ancora una volta.
E’ appena giunta anche a me stamane e prima di condividerla mi era sorto il dubbio.
Pina B.
Prima di condividere messaggi per lo più di bambini, malati terminali, VERIFICARE SEMPRE LE FONTI!
Questo vale anche per le foto di bambini malati (malato è chi le pubblica!) o richirste di sangue o di midollo: sono tutte FALSE!
Prendo atto.
Nicola Chieppa