De Luca chiuderà le scuole in Campania? Gli ultimi dati su contagi dopo riapertura

Una nuova ordinanza è possibile ma potrebbe portare ad un ritorno in DAD non generalizzato

De Luca chiuderà le scuole

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C’è un reale rischio: la voce che De Luca chiuderà le scuole in Campania ha cominciato a circolare nelle scorse ore e sta prendendo piede oggi 5 febbraio. Si teme davvero che nel consueto appuntamento con l’intervento Facebook del governatore di questo venerdì, ci sia l’annuncio di una nuova ordinanza che chiuda buona parte degli istituti scolastici. C’è pericolo solo per le superiori (tornate tra l’altro in aula solo al 50%) o anche per le primarie e le secondarie di primo grado (elementari e medie)?

Non c’è dubbio che nella conferenza social di De Luca al via dalle 14:45 circa di oggi verranno snocciolati gli ultimi dati dei contagi così come raccolti dall’unità di crisi regionale su segnalazione delle Asl territoriali. Secondo quanto pure riportato da Il Mattino, sulla base delle informazioni ora in possesso, si potrebbe optare non per una chiusura delle scuole in Campania generalizzata ma specifica per aree geografiche, addirittura per quartieri ed istituti. Insomma, solo dove verrebbe dimostrata una maggiore incidenza dei contagi a seguito del ritorno in aula, ci sarebbero ordinanze dedicate per il ritorno in DAD: uno speciale algoritmo restituirebbe un fattore di rischio per la singola scuola e dunque ne stabilirebbe il relativo “destino”.

Se De Luca chiuderà le scuole in Campania nei prossimi giorni, potrebbe trattarsi di provvedimenti mirati dunque. Proprio per questo motivo non è affatto detto che ritornino in DAD solo gli alunni più grandi delle scuole superiori: semmai anche gli studenti delle medie e delle elementari potrebbero tornare a seguire le lezioni a distanza dove verrà ritenuto necessario.

I dati finora in circolazione e forse più preoccupanti per l’unità di crisi sono quelli dell’Asl Napoli 1. De Luca chiuderà le scuole nella specifica area metropolitana di competenza? Nello schema a seguire sono stati presi in considerazioni due periodi, quello più ampio che va dal 1 dicembre al 4 febbraio e quello ben più ristretto che procede dal 21 gennaio al 4 febbraio e che corrisponde al graduale ritorno degli studenti in aula. Tenendo pure in considerazione che la maggior parte degli studenti delle superiori è tornata in aula solo lo scorso 1 febbraio, le percentuali pervenute vorrebbero mettere in evidenza l’aggravio dei casi positivi dopo il rientro in aula, sia per alunni che per docenti e personale ATA. La lettura e giusta interpretazione dei numeri scatenerà di certo nuove polemiche tra cittadini pro DAD e pro scuola in presenza.

Studenti positivi: (periodo 1 dicembre – 4 febbraio) scuole elementari 58,02%; scuole medie 19,05%; superiori 13,48%

(periodo 21 gennaio – 4 febbraio) elementari 29,95%; medie 15,55%; superiori 9,12%

Docenti positivi: (periodo 1 dicembre – 4 febbraio)elementari 28,72%; medie 11,86%; superiori 8,22%

(periodo 21 gennaio – 4 febbraio) elementari 14,09%; medie 11,86%; superiori 3,27%

Non docenti positivi: (periodo 1 dicembre – 4 febbraio) elementari 21,79%; medie 6,67%; superiori 16,42%

(periodo 21 gennaio – 4 febbraio) elementari 3,26%; medie 2,13%; superiori 2,63%