Il Commissario Ricciardi punta tutto sul sensitivo Lino Guanciale: la fiction è una nuova svolta per la serialità italiana?

Il Commissario Ricciardi parte molto bene negli ascolti, forte del suo protagonista Lino Guanciale, ma la fiction ne vale davvero la pena?

Il Commissario Ricciardi

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Il Commissario Ricciardi vince la prima serata negli ascolti del lunedì. Con un facile 24.1% di share e 5.951.000 spettatori, la nuova fiction di Rai1 surclassa l’inarrestabile Grande Fratello Vip, fermo al 19.5% di share e 3.393.000 spettatori. Tutto merito di Lino Guanciale? In parte.

La rete ammiraglia ha ormai trovato la sua gallina dalle uova d’oro e l’attore è super richiesto anche dal pubblico a casa. Lo dimostrano i suoi precedenti lavori, da L’Allieva a La Porta Rossa, ogni fiction di Lino Guanciale è un successo assicurato. Ma Il Commissario Ricciardi, tratto dai romanzi di Maurizio De Giovanni, sarà in grado di fare lo stesso?

L’adattamento televisivo è senza dubbio ambizioso e si affida alle mani del regista Alessandro D’Alatri che riesce a portare sullo schermo le atmosfere della Napoli anni Trenta: vintage e fascista, ricalcando molto bene il divario tra ricchi e poveri. Il personaggio di Ricciardi, un commissario tormentato con un dono maledetto, è un sensitivo che si muove come un’ombra tra immagini delle vittime di morte violenta che gli impediscono di poter avere una vita normale e relazionarsi con le altre persone.

Lino Guanciale passa così dall’essere un fantasma ne La Porta Rossa a vedere gli spettri ne Il Commissario Ricciardi; un ruolo del bel tenebroso che gli si addice, ma che rischia di essere un po’ troppo rigido – forse è il personaggio a richiederlo? Ogni settimana – nel totale sono previsti sei appuntamenti – Luigi Alfredo Ricciardi indaga su un caso diverso, facendo affidamento sul suo innato istinto e su questo dono soprannaturale, ereditato dalla madre.

In questo racconto in bilico tra melodramma, noir e mistero, non mancano le femmes fatale: da una parte c’è Livia, una ricca e sensuale vedova, la classica donna sensuale che attira la sua attenzione; dall’altra la delicata e riservata Enrica, una semplice ragazza che vive nell’appartamento davanti a quello del commissario. Il loro è un amor cortese: si scambiano sguardi a distanza, grandi sospiri e parole non dette. Entrambe conquistano il cuore di Ricciardi, ciascuna lo fa a modo suo – ed è quasi intuibile capire per chi “fare il tifo”. Al momento, però, i personaggi non risultano abbastanza approfonditi ma confidiamo nelle prossime puntate.

Vista la tematica del soprannaturale, Il Commissario Ricciardi, come in precedenza La Porta Rossa, rappresenta un punto di svolta nella serialità italiana? Vogliamo dare la nostra fiducia al progetto: le premesse sono buone, gli elementi in gioco altrettanto, però non è sufficiente. Di puntata in puntata, la storia rischia di essere ripetitiva, e non basterà la presenza di Guanciale a portare il boom di ascolti in casa Rai. Si apprezza però la ricostruzione storica che rendono la fiction un prodotto nostalgico, alla ricerca di un’epoca sospesa nel tempo, grazie alla sua fotografia da cartolina.