In genere occorrono 3 giorni lavorativi per cambiare gestore telefonico mantenendo il proprio numero, ma in alcuni casi possono registrarsi dei ritardi portabilità. Come riportato da ‘mondomobileweb.it‘, gli utenti possono chiedere un indennizzo per ogni giorno di ritardo trascorso, che arriverà come rimborso sul credito della SIM. Le cause che generano i ritardi portabilità possono essere tante, tra cui un flusso fuori portata di movimenti in uscita o in entrata. A prescindere da quale sia la ragione, la delibera 147/11/CIR dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni prevede che a partire dal 3 giorno lavorativo l’utente possa chiedere un indennizzo (la richiesta dovrà essere fatta al nuovo operatore telefonico, al di là di chi sia la ‘colpa’).
Il rimborso dovrà essere di minimo 2,50 euro per ogni giorno di ritardo, fino ad un massimo di 50 euro. Un cliente che, per esempio, subirà ritardi portabilità per 5 giorni lavorativi dalla data di richiesta del trasferimento, otterrà un indennizzo minimo di 12,50 euro (che non sarà dovuto per periodo che non sforeranno i 2 giorni lavorativi). I clienti ricaricabili riceveranno l’indennizzo sul credito residuo della SIM entro 1 mese dalla ricezione della richiesta (toccherà al gestore telefonico informarlo dell’avvenuto accredito tramite SMS o email). L’indennizzo potrebbe anche arrivare in altre forme, a patto che siano preventivamente accettate dall’utente. Per gli abbonati, invece, il rimborso verrà accreditato nella prima fattura utile, comunque successiva ai 30 giorni dalla data di ricezione della richiesta da parte del gestore.
Il cliente potrà inoltrare la propria richiesta di indennizzo per ritardi portabilità con metodi non onerosi: non occorreranno raccomandate A/R, oppure chiamare numeri a sovrapprezzo (si potrà procedere tramite fax, chiamata al servizio clienti, via email o web). Se il cliente non dovesse sentirsi soddisfatto dell’indennizzo ricevuto, potrà sempre avvalersi delle procedure di risoluzione delle controversie, come disposto dalla normativa vigente.