Kim Ki-duk è morto: il mondo del cinema è in lutto e perde un grande regista. Lo annuncia il sito lettone Delfi.lt questa mattina. Il cineasta, sceneggiatore e produttore sudcoreano, era giunto in Lettonia il 20 novembre per visitare i pressi della località marittima di Jurmala.
Secondo quanto riportato da AskaNews, Kim Ki-duk doveva presentarsi ad un incontro, ma non ciò non è avvenuto. Dal 5 dicembre il suo entourage aveva del tutto perso i contatti. Il regista è morto a 59 anni per complicazioni legate al Covid-19.
Nato il 20 dicembre 1960 a Bonghwa, nella regione del Kyonshang della Corea del Sud, all’età di nove anni si trasferisce a Seul con la sua famiglia dove frequenta la scuola dell’obbligo fino a 17 anni. A causa di problemi economici, lavora in fabbrica, poi appena ventenne si arruola in marina. Nel 1990 lascia la Corea per trasferirsi a Parigi, dove coltiva la passione per l’arte.
Il debutto come regista avviene sei anni più tardi con il lungometraggio Coccodrillo, che racconta la vicenda di un uomo che vive aspettando sotto il ponte di un fiume i suicidi, così da sottrarre poi ai cadaveri i loro averi. Il successo internazionale arriverà solo più tardi. Negli anni successivi dirige pellicole come Wild Animals e Birdcage Inn. Alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia suscita scalpore con L’Isola per le forti tematiche affrontate.
Altro film crudo è The Coast Guard, in cui il regista pare affrontare l’origine della rabbia, della violenza e della follia autodistruttiva. Segue Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera nel 2003 che lo consacra al pubblico e alla critica internazionale. Per La Samaritana vince l’Orso d’argento al Festival di Berlino del 2005. Con Ferro 3 – La casa vuota vince il Leone d’argento – Premio speciale per la regia alla 61ª Mostra di Venezia. Il 2011 e 2012 sono anni costellati da successi per il regista: il suo documentario Arirang ottiene il premio Un Certain Regard a Cannes; poi si aggiudica il Leone d’oro alla 69ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con il film Pietà. Nel 2016 presenta Il prigioniero coreano a Venezia. La sua ultima opera è Dissolve.