Verità e finzione in The Crown, l’avvertimento dal cast: “Attenzione a non confonderla con la realtà”

Infiamma il dibattito su quanto ci sia di vero in The Crown e dal cast arriva il monito a non confondere la serie drammatica con un documentario


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Il dibattito in corso sulla serie The Crown ha coinvolto anche una delle sue protagoniste: Helena Bonham Carter sembra schierata dalla parte dei tanti che, negli ultimi giorni, hanno chiesto al pubblico di non confondere la realtà con la funzione.

Dopo che un esponente del governo inglese ha chiesto a Netflix di inserire un avvertimento all’inizio di ogni episodio per specificare che si tratta di un’opera di finzione, anche l’interprete della principessa Margaret in The Crown conviene che si debba chiarire la natura fittizia della sceneggiatura della serie, come chiesto anche dal fratello di Diana Spencer.

Secondo l’attrice, è giusto che il pubblico sia consapevole che non sta guardando un documentario sui Windsor: ogni spettatore dovrebbe ricordare che, sulla base di fatti storici, è stato costruito un grande romanzo drammatico in cui la finzione prevale comunque sulla realtà. E d’altronde entrare dentro le mura di Buckingham Palace, immaginare i dialoghi tra la Regina e i suoi figli o i premier che si sono avvicendati nel suo lungo regno, ricostruire dinamiche familiari e politiche di cui non si hanno evidenze certe, è gioco forza un lavoro di fantasia. Ma le conseguenze che The Crown 4 (qui la nostra recensione) sta avendo nel Regno Unito e non solo, come gli episodi di odio in rete contro Carlo e Camilla, stanno aprendo un dibattito su quanta verità e quanta finzione ci sia nella serie.

Intervenendo nell’ultimo episodio del podcast ufficiale della serie Netflix, The Crown: The Official Podcast, l’attrice britannica ha commentato la polemica che si è generata intorno all’ultima stagione, che ha avuto un’eco speciale anche perché il personaggio di Lady Diana ha riacceso la curiosità nei confronti della storia della “Principessa del Popolo” e del suo matrimonio infelice con Carlo. Anche secondo Helena Bonham Carter, le richieste di includere un avvertimento all’inizio di ogni episodio per ricordare al pubblico che sta guardando un’opera di fantasia sono una buona idea.

Si tratta di una drammatizzazione. Mi dispiace molto, ma penso che abbiamo la responsabilità morale di dire: ‘Aspettate ragazzi, questo non è un documentario, stiamo facendo una fiction’. Sono due generi completamente diversi.

Ciò non toglie che vi sia un’operazione documentaristica dietro The Crown: il processo investigativo con cui Peter Morgan, creatore della serie, tesse le trame del racconto sulla famiglia reale britannica prima di ogni stagione è un lavoro “incredibile“, ha assicurato la Bonham Carter. Ma quel che arriva su Netflix è frutto del lungo lavoro di Morgan, che “cambia le cose e si destreggia” tra gli eventi storici e l’aneddotica sui Reali inglesi, per poi offrire la sua versione romanzata al pubblico, che dovrebbe essere ben consapevole della natura fictional dell’opera. E magari andare ad approfondire altrove, con i numerosi documentari su Elisabetta II e i Windsor, la sua sete di conoscenza storica.