Batosta su obsolescenza programmata, il Parlamento Europeo vota per il diritto alla riparazione

La recente votazione si è espressa in favore dei consumatori, con i produttori che ora dovranno rispettare nuove regole

obsolescenza programmata

INTERAZIONI: 122

L’argomento dell’obsolescenza programmata è senza dubbio un punto molto dolente per tutti i fruitori di tecnologia. Per chi fosse a digiuno di questo termine, si tratta (in soldoni) della “data di scadenza” di tutti i dispositivi di ambito tech.

In sostanza, dopo un lasso di tempo predefinito (programmato, per l’appunto), il device in questione – molto spesso si tratta di smartphone e tablet – comincia ad accusare il colpo. E a ridurre drasticamente la qualità delle proprie performance, a danno della fruibilità per i possessori.

Toccherebbe quindi riparare il dispositivo, con una spesa che purtroppo, nella maggior parte dei casi, non è congrua all’età del terminale. Ecco che quindi si sfocia nell’annoso dilemma tra sostituzione definitiva o riparazione, che però non copre da eventuali nuove problematiche a breve termine. E che, nella maggior parte dei casi, porta a preferire la prima delle due opzioni, per non dover andare incontro a ulteriori spese.

Obsolescenza programmata, via alle etichette chiarificatrici

La situazione è destinata molto presto a cambiare, complice la recente votazione del Parlamento Europeo che si è espresso sull’obsolescenza programmata. Con 395 voti favorevoli e 94 contrari (e 207 astensioni) si è assistito al passaggio della risoluzione. Questo si tradurrà in alcune modifiche importanti che permetteranno agli utenti di avere ben chiara la situazione riguardo i propri dispositivi.

Nello specifico, al momento dell’acquisto si avrà a disposizione un’etichettatura obbligatoria che evidenzierà la durata stimata per il terminale, oltre poi alla riparabilità dello stesso. In questo modo, gli acquirenti avranno ben chiare da subito tutte le eventuali criticità da affrontare nel momento in cui lo smartphone o il tablet di turno cominceranno a fare le bizze.

Un adeguamento, quello contro l’obsolescenza programmata che si è rivelato di fatto essere necessario, visti i sondaggi effettuati tra i consumatori. Questi ultimi, in maniera netta (77% degli intervistati) hanno manifestato una preferenza per la riparazione del proprio device piuttosto che una sostituzione. A patto chiaramente che la spesa sia consona al danno.

Fonte