Allerta CoronaVirusSafetyMeasures_pdf dalla Polizia Postale? Cosa non fare

Alcune precisazioni sul messaggio virale attuale, pure già visto in passato

CoronaVirusSafetyMeasures_pdf

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Sta circolando su WhatsApp, nelle ultime ore di questo venerdì 13 novembre, un alert per un malware diffuso tramite il file CoronaVirusSafetyMeasures_pdf. La comunicazione porta la firma della Polizia Postale e non a caso, sta allarmando più utenti. Vanno chiariti alcuni aspetti dell’ultimo messaggio virale, pure per non creare troppo allarmismo tra gli utenti, in base alle informazioni fin qui raccolte dalla nostra redazione.

Il messaggio di allerta ora in circolazione si riferisce ad un pericolo individuato dalla Polizia Postale già a marzo 2020, come riportato pure sul sito dell’istituzione. All’inizio dell’attuale pandemia Covid-19, tra i tanti pericoli costruiti ad hoc per sfruttare i timori degli utenti, c’era giò il malware CoronaVirusSafetyMeasures_pdf. Allora si trattava di un file allegato ad una mail con presunte misure e consigli per tenersi alla larga proprio dal rischio di contagio. Così non era appunto, ma l’apertura del documento riportato comportava piuttosto l’installazione di un virus RAT.

Cosa è cambiato da marzo fino ad adesso? Almeno sulle sue pagine ufficiali e fino al momento di questa pubblicazione, la Polizia Postale non ha più comunicato nuovi allarmi relativi al file malware CoronaVirusSafetyMeasures_pdf. Eppure sull’app di messaggistica è ripartita la campagna di alert relativa al pericolo che potrebbe pure ritornare in auge di questi tempi, in un momento in cui la pandemia Covid-19 è abbastanza diffusa e comunicazioni relative alle misure anti-contagio fanno breccia in tanti utenti.

Va chiarito che in ogni caso bisognerebbe stare alla larga da mail con allegati sospetti, proprio come quello CoronaVirusSafetyMeasures_pdf. Il computer sul quale il file si andrebbe ad installare finirebbe con l’essere gestito solo da remoto da hacker a supporto di attacchi informatici. I malcapitati di turno dovrebbero dunque non abboccare nella vecchia e sempre attuale trappola che sfrutta ansie e paure di tanti utenti in questo momento critico come quello contrassegnato dalla pandemia Covid-19.