Padroni Di Niente di Fiorella Mannoia è una riflessione durante il Coronavirus

Il nuovo album di Fiorella Mannoia è nato nel primo lockdown da una riflessione sull'umanità

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Esce l’album Padroni Di Niente di Fiorella Mannoia, un disco nato in pieno lockdown. Il titolo risponde al genere umano che a lungo si è considerato invincibile: ci siamo considerati invincibili a lungo ma la verità è che siamo padroni di niente.

“Ci siamo resi conto come sia bastata una minuscola entità cellulare per metterci in ginocchio, noi che ci consideravamo invincibili, e farci renderci conto che non siamo padroni di niente”, racconta Fiorella Mannoia a proposito del progetto.

Questo disco è nato durante il primo lockdown avviato a marzo, quando ci interrogavamo sugli effetti del Coronavirus e speravamo che avrebbe suscitato un radicale cambiamento nell’umanità. Era il periodo in cui la natura si riappropriava degli spazi che le erano stati tolti dall’uomo, quello in cui si sentiva la mancanza degli affetti, quello in cui speravamo che il genere umano sarebbe migliorato in seguito alla pandemia.

“Si parlava di un nuovo Umanesimo”, ricorda Fiorella Mannoia, “Della necessità di rimettere al centro l’uomo a discapito del profitto. Guardavamo affascinati la natura riprendersi i suoi spazi”, continua.

Ma quando la prima ondata di emergenza è passata, tutto è tornato come prima: non abbiamo imparato nulla. Non siamo migliorati e siamo riusciti a dividerci pure su questo. Ora siamo arrabbiati, preoccupati per il futuro: costretti a dover scegliere tra salute e lavoro. E la politica si dà battaglia sulla pelle della gente. Possiamo considerare il 2020 l’anno più brutto dal dopoguerra ad oggi“. 

Non siamo padroni di niente, non possiamo controllare nulla, tutto sfugge al nostro controllo in questo momento. Fiorella Mannoia ha voluto inserire questo concetto nel titolo del disco che la ritrae in una copertina che si rifà ad un famoso quadro, Viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich.

La Mannoia osserva tutto ciò che l’uomo ha costruito e distrutto nel suo percorso; il panorama che osserva è la produzione del genere umano in ogni sua forma.

Nonostante la seconda ondata di Covid-19 e l’Italia appena suddivisa in zone in base alla gravità della situazione sanitaria, Fiorella Mannoia decide ugualmente di pubblicare il disco per dare un segnale chiaro e forte di ripartenza: bisogna ripartire perché è l’unico modo che abbiamo per aiutare concretamente i lavori delle diverse categorie.