A Gigi Proietti, il lungo e commosso saluto al mattatore

Al Mandrake che, con un grande colpo di scena, ha abbassato il sipario scendendo dal palcoscenico nel giorno del suo ottantesimo compleanno


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Un immenso e commosso applauso attraversato da un’onda emotiva di grande affetto e di alta riconoscenza ha accompagnato Gigi Proietti nell’ultimo saluto. Un omaggio forte al grande maestro, al mattatore, al mentore che sapeva trasferire il mestiere di attore ai tanti allievi che sono cresciuti nella sua scuola-laboratorio di teatro. Tutti in maniera sincera hanno tributato al gigante del teatro, Gigi Proietti, questa particolare abilità e sapienza. Al Mandrake che, con un grande colpo di scena, ha abbassato il sipario scendendo dal palcoscenico nel giorno del suo ottantesimo compleanno.

Un ultimo saluto per le vie della città, dalla villa Margherita sulla nomentana, dove si è spento, al Campidoglio per poi proseguire verso il Globe Theatre, da lui voluto, fondato e diretto per 17 anni, che da adesso porterà il suo nome. Poi i funerali in forma privata, a causa dell’emergenza Covid, nella Chiesa degli artisti. Tre donne accanto a lui a testimonianza di un grande legame: Sagitta Alter, la compagna e le figlie Susanna e Carlotta.

E lungo questo percorso il feretro fendeva e riceveva lunghi applausi dalla gente comune che lo amava incondizionatamente perché gli riconosceva umanità, generosità e tanto talento artistico.

“A me gli occhi please”, titolava un suo famoso e seguitissimo spettacolo, per quella capacità attrattiva, ironica, naturalmente divertente, che sapeva cogliere e rilanciare con schiattosa risata. Un gigante dagli occhi sempre sorridenti, un cavallo di razza che sapeva improvvisare, artista a tutto tondo ma anche oltre, di teatro, cinema, tv, di memorabili sketch con Renzo Arbore.

Nel ricordo degli amici, dei colleghi, dei giovani allievi c’era tutta la grandezza, la generosità espressa e manifestata nella sua lunga carriera.

Gigi era un uomo speciale, intelligente, dotato di senso del sociale – ha detto con commozione Marisa Laurito energia pura sul palcoscenico. Entrava il teatro elegante, sapiente, signore, appassionato”.  

Proietti ha fatto una scommessa sul Globe Theatre, sul teatro elisabettiano, per portare i giovani a teatro, ed ha vinto: tantissimi lo frequentavano, seduti anche sui cuscini.

Un genio”, lo ha definito Pino Quartullo che ha frequentato la sua Scuola di teatro nel 1979. Ha ricordato la sua prima lezione: “Quando ci chiedeva di fare lo sbuffo del cavallo, o di muovere l’orecchio. Hai mischiato l’alto, il teatro classico, con il basso, il teatro più popolare, e ci hai detto che dovevano convivere”. E poi ha aggiunto: “Un uomo indipendente, senza padroni e padrini, ci hai indirizzati verso un mestiere “che è il più bello del mondo. Hai fatto una mandrakata per fare uno spettacolo da dio”.

Così anche la giovane Valentina Marziali, la prima Giulietta dello spettacolo con la sua regia di Romeo e Giulietta di Shaskespeare, gli ha tributato un commovente saluto: “Di te non si può fare a meno, sorridere è da oggi un pò più difficile”.

Il teatro del popolo è stata la sua aspirazione più alta, come ha ricordato Edoardo Di Leo: “La sua era una lezione continua, questa retorica l’avresti trovata detestabile, avresti detto ‘ma che stai affà..i ringraziamenti?’, e ti avrei risposto ma tu sei Gigi Proietti”.

E Paola Cortellesi ha ricordato che a sette anni in macchina con la sua famiglia cantava filastrocche e storie, e sapeva a memoria la cassetta “a me gli occhi please”, dice di averla consumata. L’attrice ha cantato e pianto, commossa come tutti i colleghi, e alla fine lo ha salutato così:Se lì dove sei adesso non sanno ride..nun te fidà. Ti vorrò sempre un bene infinito. Arrivederci Maestà”. 

 “A me gli occhi please”: aprite tutti i teatri, avresti detto. Addio grande Maestro e signore della scena.