Il Garante per la comunicazione archivia il procedimento contro Rovazzi: “Raggiunto un giusto compromesso”

Si chiude il procedimento contro Rovazzi relativo alla gestione degli inserimenti pubblicitari nei suoi video

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Il Garante per la comunicazione archivia il procedimento contro Rovazzi relativo alla gestione degli inserimenti pubblicitari nei suoi videoclip. Rovazzi si dice felice e soddisfatto: è stato raggiunto un giusto compromesso, utile a lui e a molti altri colleghi.

L’Unione Nazionale Consumatori risponde a Rovazzi in seguito alle dichiarazioni riportate in questo articolo.

A spiegare quanto accaduto è lo stesso Rovazzi che si dice “felice per una serie di motivi”, che argomenta. Innanzitutto è stata raggiunta un’intesa attraverso un accordo equo che non rovina i video ma che al tempo stesso fa chiarezza sulle inserzioni pubblicitarie. Mancano norme e linee guida da questo punto di vista, ma la strada è quella giusta.

Sono felice per una serie di motivi: il primo è che siamo arrivati a un’intesa che fa giurisprudenza con un accordo equo che non rovina i video, equiparati ormai anche a livello europeo, a opere cinematografiche, ma fa chiarezza sulle inserzioni pubblicitarie anche se mancano ancora normative chiare e linee guida“.

Rovazzi spiega di essersi battuto per la causa con l’intento di farsi portavoce di un interesse collettivo all’interno di una materia ancora tutta da disciplinare. Non avrebbe avuto senso sanzionare gli artisti, proprio per questo motivo, e soprattutto nel suo caso non sarebbe stato giusto in quanto gli sponsor vengono sempre indicati alla fine dei suoi video.

Proprio per questo mi sono battuto fin da subito non solo per una giusta causa, ma anche per farmi portatore di un interesse collettivo ed essere l’apripista di una materia tutta da disciplinare, per la quale non avrebbe avuto alcun senso sanzionare gli artisti solo per ottenere una cassa di risonanza mediatica. E meno che mai me, che ho sempre indicato gli “sponsor” a fine video“.

Comunica poi di aver raggiunto un accordo con il Garante per la comunicazione: l’inserimento dell’avvertenza nei titoli di coda. Così facendo non si sporcherà il video e al tempo stesso si raggiungerà la trasparenza nei confronti dell’utente finale.

Alla luce di queste considerazioni, con il Garante, abbiamo individuato una modalità da me proposta per fare chiarezza sull’inserimento di contenuti pubblicitari rendendoli chiari al consumatore, senza stravolgere i videoclip, esattamente come avviene per le opere cinematografiche. Insieme al mio avvocato abbiamo infatti raggiunto un giusto compromesso che prevede l’inserimento dell’avvertenza nei titoli di coda. Questo serve a contemperare diversi interessi: quello di non “sporcare” il video, di essere trasparenti con gli utenti e di evitare confusione su cosa sia sponsor e cosa no. Per esempio, se indosso un mio orologio, per intenderci da me semplicemente acquistato, in un video, quello non può sicuramente rientrare fra i cosiddetti “product placement”.

Rovazzi inoltre aggiunge di essere felice di poter essere il primo artista italiano impegnato su questo fronte e si toglie anche una piccola soddisfazione nei confronti dell’Unione Nazionale Consumatori che gli aveva mosso ingiuste accuse.

Sono contento di essere il primo artista italiano a far passare questo messaggio, mantenendo intatta l’integrità delle opere. Ne approfitto per togliermi un sassolino dalla scarpa nei confronti del presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che qualche mese fa si era lasciato andare ad accuse pretestuose e, alla luce di questo accordo, totalmente infondate. E colgo l’occasione per ringraziare chi nell’Antitrust in questi mesi ha lavorato fra incontri e audizioni insieme al mio team legale per arrivare a questo importantissimo accordo“.