I Teatri sono luoghi sicuri, non perdetevi l’emozione di andare a teatro

Porte aperte del Teatro Bellini di Napoli ai piccoli teatri: al Nuovo Teatro Sanità ed a Mutamenti\Teatro Civico 14, all'insegna della solidarietà e accoglienza in questa situazione di emergenza


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Avevamo scritto “I Teatri sono luoghi sicuri, non perdetevi l’emozione di andare a teatro” ed invece…

“In seguito alle disposizioni dell’ultimo dpcm del 24 ottobre 2020, il Nuovo Teatro Sanità e Mutamenti\Teatro Civico 14 di Caserta sono costretti a sospendere la programmazione del Piano Be, progetto con cui il Teatro Bellini di Napoli ha provato a sostenere con sforzo e determinazione due piccole realtà che avevano la necessità di proseguire nel loro percorso artistico, pur nelle difficoltà dell’attuale situazione sanitaria italiana. In vista delle restrizioni del Governo, gli spettacoli programmati fino al 24 novembre – Quattro uomini chiusi in una stanza, Il prestito, La vacca, Di un Ulisse e di una Penelope – non potranno andare in scena secondo il calendario previsto.”

«Ringraziamo il i fratelli Russo per averci aperto le porte del Piccolo Bellini e tutto lo staff del Teatro Bellini di Napoli per la disponibilità e l’accoglienza che ci hanno offerto – raccontano i collettivi ntS’ e Mutamenti/Teatro Civico 14. Crediamo che in Italia, il Piano Be rappresenti un unicum. Un’esperienza importante di collaborazione, messa in campo da un teatro che si è fatto carico, in questo momento di difficoltà collettiva, di andare incontro anche alle esigenze dei colleghi. È certamente un’esperienza preziosa di riorganizzazione della comunità teatrale napoletana, che speriamo poter di sperimentare ancora, appena possibile».

E’ partita la prima settimana de Il Piano Bela programmazione ideata dal Teatro Bellini di Napoli, diretto da Roberta, Gabriele e Daniele Russo. Cartellone che prende origine dallo spirito di solidarietà e collaborazione, per andare incontro alla situazione di difficoltà attraversata dalle giovani realtà teatrali del territorio in questo lungo periodo di emergenza sanitaria. Ed è con questa spada di Damocle costante sulle chiusure/mezze aperture dei teatri– e alla luce della nuova ordinanza regionale che impone il coprifuoco dalle ore 23.00 – che si anticipano anche gli orari degli spettacoli alle ore 20.00. Tre rappresentazioni al giorno – questa la novità dei fratelli Russo – in tre orari differenti, fino a dicembre, in scena alle 19,30 con il progetto “Adiacente Possibile”.Per poi proseguire e rivedere con grande gioia, alle 20,30, la bellissima ed originale rappresentazione de “Le cinque rose di Jennifer”, per la regia di Gabriele Russo, con Daniele Russo e Sergio del Prete. E infine concludere con lo spettacolo “Trapanaterra”alle 20. Quest’ultimo fa parte di quello spirito di accoglienza verso i teatri piccoli che prevede dodici titoli programmati dal Nuovo Teatro Sanità e da Mutamenti\Teatro Civico 14 che faranno parte del piano Be– Be sta per Bellini- e che andranno in scena al Piccolo Bellini.

Partiamo da “Adiacente Possibile”, il progetto sperimentale curato da Agostino Riitanoche coniuga attivismo e arte, società e teatro, prodotto dal Teatro Bellini di Napoli.  È un lavoro che si ispira alle teorie del biologo Stuart Kauffmann, a cui si deve il senso di “adiacente possibile” come spazio di potenzialità e co-evoluzione. Fino al 19 dicembre, ogni giovedì, venerdì e sabato dopo la recita pomeridiana: 27 appuntamenti per proporre un viaggio senza filtri nei conflitti del contemporaneo. Il primo appuntamento è dedicato a Venezia: “una città smarrita nei cambiamenti e trasfigurata dal turismo di massa che oggi fa i conti con l’identità perduta”.  Nelle prime settimane testimonianze dal Mar Mediterraneo sul salvataggio dei naufraghi; dal Kenya sulla scuola, la bellezza e il futuro, da New York sui conflitti sociali post elezioni presidenziali, dalla Serbia sulla corruzione dei poteri dello Stato, dal Congosullo sfruttamento delle risorse minerarie, dall’Amazzonia sulla devastazione della foresta vergine. “Il teatro e la cultura non possono più essere utilizzati per il mero consumo di prodotti. In questo momento in cui si dibatte della chiusura dei luoghi della cultura– dichiara Agostino Riitano – in quanto potenziali contesti di propagazione del contagio, i dati dimostrano che tali ambienti sono fortemente controllati e non espongono i cittadini al rischio. Tuttavia, il “luogo” come spazio di condivisione e di esperienza è messo in crisi. Adiacente Possibile ne rigenera l’utilità… Dunque il teatro come cura, come strumento per elaborare la realtà, per sentirne fino in fondo le tragedie e quindi uno strumento di catarsi”. 

Trapanaterra”, spettacolo semifinalista premio In-Box 2020,in scena oggi alle 20, sabato e domenica alle 18,30, è ideato da Dino Lopardo,anche in scena con Mario Russole musiche originali anche di Russo.Lo spettacolo, prodotto da Lopardo-Russo, Nostos Teatro e Collettivo Itaca. E’ una ricerca profonda sulla realtà del Mezzogiorno e sul significato delle radici, “un viaggio di rimpatrio, racconto di una famiglia del Sud distrutta da un destino ineluttabile– si legge nelle note di regia – dove lavoro, corruzione, potere, tradizione, familismo amorale, abbandono e identità culturale sono elementi che fanno staffetta. Due i personaggi, due fratelli che si incontrano e scontrano. C’è chi è partito alla ricerca di un futuro migliore, chi è costretto a rimanere. L’elemento trainante è la nostalgia, mondo d’origine degli emigrati. I protagonisti sono due vittime del sistema collocate in una dimensione insolita. Due marionette, in sostanza. Pupazzi che parlano, si agitano, agiscono in modo inverosimile, ma in modo più vero del vero”.

A partire dal 24 ottobre a dicembre soltanto di sabato, alle 11,30,9 appuntamenti con l’immaginazione, il divertimento e la poesia Il Teatro Bellini si fa piccolo!Insomma la platea sarà pronta ad accogliere i piccoli spettatori con le loro famiglie.
Una novità assoluta per il Teatro Bellini che ospitauna rassegna per bambini, curata da Il Teatro nel Baule,con lo spettacolo“All’ombra di un grosso Naso”,una compagnia da anni impegnata in progetti di formazione e spettacoli per l’infanzia che riscuotono grande successo. Un connubio speciale all’insegna della meraviglia dove i più piccoli con le loro famiglie occuperanno spazi significativi del Teatro. Ed è assicurato il coinvolgimento, il divertimento, l’intrattenimento ed un po’ di sana svagatezza per questi bambini da troppo tempo a contatto solo con la virtualità.

E per chi non l’avesse ancora visto,vi consigliamo di non perderlo assolutamente, fino al 25 ottobre (venerdì alle 19,30, sabato alle 17,30, domenica due spettacoli alle 11,30 e alle 18) per poi riprendere dal 12 al 15 novembre, torna in scena la potenza interpretativa di Daniele Russo, nei panni di Jennifer,e di Sergio Del Prete,in quelli di Anna, protagonisti de “Le cinque rose di Jennifer” di Annibale Ruccello con la regia di Gabriele Russo.Lo spettacolo, in questa originale versione, ha conquistato la scorsa stagione pubblico e critica. E’ la restituzione di un lavoro intenso ed esteticamente dirompente. Rimane addosso per giorni quel senso del dolore di Jennifer, avvolgente nel bellissimo costume di scena di Chiara Aversano indossato dal Jennifer:quasi un sudario di disperazione e solitudine.Impossibile non rimanerne colpiti. Il pubblico è preda della passione, della solitudine e del dolore di Jennifer a cui Daniele Russo fornisce tutta la carica, l’energia e l’originale interpretazione di una femminilità lussuosa senza mai una sbavatura o una digressione stilistica. Ora una creatura divina, ora una disperata umana creatura accentuata in un disegno pittorico contemporaneo i cui tratti possono trasformarsi in suggestione o illusione.  “Se ci si ferma a pensare, l’unica scelta sensata è quella di non azzardarsi a toccare un testo come Le cinque rose di Jenniferdi Annibale Ruccello. È una pietra miliare del teatro – scrive nelle note di regia Gabriele Russo – un testo che quanto più lo si legge e approfondisce tanto più ti penetra, ti entra nell’immaginario, si cristallizza nei pensieri e si deposita nell’inconscio. Jennifer è il diavolo e l’acqua santa. Eterna contraddizione. Paradigma dell’ambiguità napoletana. Non è un testo su cui sovrascrivere ma in cui scavare, per tirare fuori sottotesti, possibilità, suggestioni, dubbi”.La produzione è di Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini.

E dal 27 ottobre, ci sarà un esperimento di drammaturgia scenica vissuta con il pubblico, con Be Jennifer, un percorso di co-creazione dal vivo focalizzato sullo spettacolo che sarà frammentato in sei parti di 15 minuti. Ogni martedì sera, per sei dei sette martedì in calendario, ne andrà in scena soltanto un quarto d’ora. Subito dopo, il regista e gli attori, insieme al drammaturgo Igor Esposito e al pubblico in sala, “processeranno” il frammento di spettacolo appena rappresentato, analizzandone il senso e la struttura, i fuochi tematici e il significato sotterraneo, con l’obbiettivo di generare un contesto rinnovato e stabilire un nuovo immaginario.