Jimi Hendrix: la verità sui suoi ultimi giorni

Mi sono collegato con Enzo Gentile e Roberto Crema che hanno provato a raccontare la verità nel loro meraviglioso libro “The story of live"


INTERAZIONI: 599

La mia intervista a Enzo Gentile e Roberto Crema, autori del libro “The Story of Live

Ricordo esattamente dov’ero quando 50 anni fa mi dissero che:

“Il tuo chitarrista è morto!”

Ero a Bologna, in via San Felice. Chi mi diede la notizia era un mio amico con cui al bar discutevamo di musica. Lui sosteneva che il migliore di tutti era Elvis Presley. Io ero fan di Jimi Hendrix.

Tornato a casa mi chiusi nella mia stanza, dove alla parete c’era un poster gigante di Jimi Hendrix di quando venne a Bologna. Ma io ero piccolo, non lo conoscevo ancora e non era andato a vedere quel concerto. Avevo letto sul giornali che Jimi aveva detto che, se un giorno fosse morto, avremmo dovuto ascoltare i suoi dischi. Così per 12 ore mi immersi nella sua musica, sentendo tutti i vinili che avevo più volte ascoltato. Sì, perché, fino a quel settembre 1970, erano usciti solo 5 album di Hendrix:

Are you experienced

Axis: Bold as love

Smash Hits

Electric Ladyland

Band of gyspys

C’era anche quello dell’incredibile live a Monterey, di Hendrix e Otis Redding.

I giornali scrissero che Jimi era morto per droga. Poi scrissero che era stato il suo vomito a soffocarlo. Infine, un paio di anni fa, è uscita l’ipotesi che sia stato ucciso.

Quale la verità?

Enzo Gentile e Roberto Crema hanno provato di rispondere scrivendo un meraviglioso libro “The story of live (Gli ultimi giorni di Jimi Hendrix)”, dove hanno analizzato spostamenti, incontri, telefonate, interviste, delusioni, desiderio di isolarsi che Jimi aveva.

Mi sono collegato con i due autori del libro durante la diretta del mio WE HAVE A DREAM del martedì sera e abbiamo avuto una lunga conversazione. L’ho pubblicata integrale nel video qui allegato.

Ecco le note che hanno accompagnato l’uscita del libro:

“Jimi era stato vestito di broccato di seta verde e aveva l’aria tranquilla e pacifica, quasi come se stesse dormendo o semplicemente pensando con gli occhi chiusi al suo prossimo progetto musicale. È così che mi piace immaginarlo a distanza di cinquant’anni.”

Dalla prefazione di Leon Hendrix

Il 18 settembre 1970 lasciava questa terra uno dei più grandi rappresentanti della musica del Novecento. Un evento, la morte di Jimi Hendrix, a Londra, che sarà a lungo esibito e strumentalizzato, oggetto di false informazioni, ipotesi fantasiose e versioni distorte. Ancora oggi qualcosa affiora, di tanto in tanto, nelle cronache e nei libri di storia, come l’overdose per droga spacciata quale causa del decesso. In questo libro si ricostruiscono, minuziosamente, gli spostamenti, gli incontri, i viaggi, le esibizioni, la quotidianità privata e quella professionale di un artista magistrale, il massimo innovatore nel campo della chitarra rock. Per capire e sondare la parabola di Jimi Hendrix nell’ultimo mese di vita ci siamo affidati alle fonti più attendibili: documenti, riviste, giornali dell’epoca, selezionando le interviste più interessanti rilasciate in quei giorni e ascoltando le persone che ne avevano condiviso il palco, le trasferte ma anche il tempo libero. Ne esce un ritratto sorprendente, con i dubbi e le aspirazioni, i progetti e i ripensamenti, le gioie e la stanchezza di un musicista che il tempo non ha logorato, di cui restituire l’opera, oggi, a mezzo secolo di distanza, ancora attualissima, amata, studiata, imitata. Oltre alle voci di chi lo aveva frequentato, il libro – impreziosito da un ricco inserto fotografico di 40 pagine, con alcuni inediti – comprende un ampio resoconto sulla battaglia legale per l’eredità, per chiudersi con una serie di contributi e testimonianze di personaggi che hanno da raccontare, in esclusiva, il loro punto di vista “hendrixiano”: George Benson, Eric Burdon, Pat Metheny, Franco Mussida, Beppe Severgnini, Fabio Treves, Carlo Verdone.

Enzo Gentile, milanese, giornalista professionista, hendrixiano da sempre, si occupa di musica e musiche da più fronti. Ha collaborato a un centinaio di testate, quotidiani e di ogni periodicità, pubblicato una ventina di libri, organizzato mostre e convegni, curato la direzione artistica di vari festival, operato per radio e televisioni; è docente all’Università Cattolica (Master in comunicazione). Dopo Jimi Hendrix (1990), Jimi santo subito! (2010), Hendrix ’68 –The Italian Experience (2018, con Roberto Crema), questo è il quarto volume dedicato all’artista che più ama.

Roberto Crema, collezionista hendrixiano dal 1970, è curatore dal 2008 del blog Jimihendrixitalia.blogspot.it e presidente dell’omonima associazione che promuove vari eventi (concerti, festival, mostre) dedicati al genio mancino di Seattle. Ha collaborato con radio e televisioni a programmi musicali dedicati a Jimi Hendrix. Nel 2014 ha prodotto il  documentario Jimi Hendrix, Bologna 26 maggio 1968, presentato al Biografilm Festival. Nel corso degli anni ha collaborato alla stesura di testi dedicati a Jimi sia in Europa che negli Stati Uniti. Tra i suoi libri Jimi Hendrix in Italia 1968 (2010, con Caesar Glebbeek) e Hendrix ’68 – The Italian

www.redronnie.tv