We Are Who We Are avrà più stagioni? Chloë Sevigny non esclude il rinnovo

Chloë Sevigny anticipa alcuni dei temi più innovativi di We Are Who We Are e spiega da cosa può dipendere l'eventuale rinnovo della serie di Luca Guadagnino

Chloe Sevigny in We Are Who We Are, su Sky Atlantic dal 9 ottobre 2020

[Sky/HBO]


INTERAZIONI: 2

Il pubblico di HBO negli Stati Uniti ne ha già avuto un assaggio, mentre agli spettatori italiani tocca attendere il 9 ottobre. È questa, infatti, la data di debutto di We Are Who We Are su Sky Atlantic. La prima serie televisiva scritta e diretta da Luca Guadagnino, accolta perlopiù da recensioni entusiastiche, offre svariati elementi di novità per mezzo della sua narrazione. Qualcosa che, nelle parole della coprotagonista Chloë Sevigny, si deve alla voce [di Guadagnino] piuttosto peculiare, e dalla quale dipende l’estetica di grande impatto della serie, accompagnata da un naturalismo pervasivo.

Intervistata da Digital Spy, Chloë Sevigny si è soffermata su alcuni degli aspetti che ritiene possano avere un maggiore impatto sul pubblico. Per lei, infatti, We Are Who We Are è qualcosa in più di una storia di crescita, nonostante sia proprio questa la categoria alla quale la serie può essere ricondotta. Al centro di tutto ci sono le storie di Fraser (Jack Dylan Grazer) e Caitlin (Jordan Kristine Seamón), due adolescenti statunitensi di stanza insieme alle rispettive famiglie nella base militare americana di Chioggia.

Se da un lato è degno di nota che la serie osservi con tanto interesse i passi al buio dei due ragazzi verso i limiti del genere e dell’identità, per Sevigny è altrettanto importante rilevare come gli adulti attorno a loro debbano fare i conti con le onnipresenti dinamiche patriarcali nella vita militare. Chloë Sevigny interpreta il comandante della base militare, Sarah Wilson, madre biologica di Fraser e moglie del soldato Maggie Teixeira (Alice Braga).

A complicare la vita di Sarah Wilson è la tensione costante fra una vita familiare non sempre ben vista e la posizione di rilievo ricoperta alla base. Perché pur forte del proprio potere, il personaggio interpretato da Sevigny è vittima di un doppio pregiudizio, o quantomeno di una doppia accusa silenziosa: essere omosessuale ed essere una donna al comando. Questa apprensione latente si manifesta nel personaggio per esplicita volontà dell’attrice:

Riesci a immaginarlo? Essere circondata da tutti quegli uomini. Il modo in cui ti guardano, se ti stanno oggettificando o meno. Se ti stanno criticando o se non vogliono ricevere ordini da una donna. In gioco ci sono tutte queste dinamiche, soprattutto considerato che [il mio personaggio] è una donna gay, perché il settore militare è dominato da un atteggiamento conservatore.
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Decisamente atipica è inoltre la relazione fra Sarah Wilson e il figlio Fraser, destabilizzante persino per i loro interpreti. [I nostri personaggi] sono entrambi dei ribelli. Ci sono molte somiglianze fra loro, e credo che stare insieme a Jack, alla sua energia, abbia per certi versi influenzato quello che facevo, e neppure in un modo consapevole, riflette Sevigny, che per chiarire la natura del rapporto tra Sarah e Fraser si è rivolta proprio a Luca Guadagnino.

Volevamo da Luca delle risposte chiare sul nostro rapporto. Perché lui si comportava in un certo modo? Perché io glielo permettevo? Forse cercavano disperatamente una forma di contatto fisico, ma perché non limitarsi ad aggrapparsi una all’altro? Non so, è complicato. In tutta onestà non ne sono sicura, ha spiegato Chloë Sevigny menzionando una scena di forte impatto vista nel primo episodio della serie.

Nel corso dell’intervista l’attrice ha soppesato infine le possibilità di un eventuale rinnovo per We Are Who We Are. Pur essendo stata concepita come miniserie, infatti, pare possa avere un futuro più lungo del previsto. Se andasse davvero molto bene forse faremmo una seconda stagione, non so se con Luca o con un altro regista. Per Sarah, in particolare, prevede una nuova fase della vita, una carriera politica al di fuori del mondo militare.

Per quanto vaghe, queste riflessioni contrastano almneno in parte con quanto affermato da Luca Guadagnino durante la conferenza stampa di presentazione di We Are Who We Are al San Sebastian Film Festival. Vedo We Are Who We Are più come un film che come una serie, è stato il suo commento riportato da Variety. Lo show è stato concepito come un prodotto unico, e so che in televisione si lavora per episodi, ma in questo caso abbiamo lavorato come se fosse tutto un qualcosa di unico, un lungometraggio. Per questo non ho dovuto cambiare il mio approccio alla narrazione.

Ad ogni modo, preoccuparsi di un eventuale rinnovo appare prematuro. Il primo appuntamento con We Are Who We Are è fissato per venerdì 9 ottobre alle 21:15 su Sky Atlantic. Gli episodi saranno disponibili anche on demand e in streaming su NOW TV.

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