Il pezzo Trap di Silent Bob e Sick Budd “Zitta” è un’imbarazzante sagra del turpiloquio e dell’abuso verbale sulle donne. Questa roba va fermata

Siamo tutti concentrati sul distanziamento sociale, ma chiediamoci come distanziare i nostri giovani da questi contenuti liberamente fruibili


INTERAZIONI: 962

“Comunque una baldracca infame puttana indegna carabiniera a cavallo

vedi di sparire e di non farti vedere neanche in foto perché dove cazzo sei

ti giuro ma non mi interessa un cazzo m’hai preso l’odio che metti ti sputo in faccia

E’ tutta un’illusione queste donne non son magiche, troie

se fingono un orgasmo sanno anche finger di piangere

non fare la sadica se poi hai la fica fragile

non crederti importante stronza sborrare è facile

ho perso lacrime che potevo usare per altro

però so che pure tu vuoi morire scopando

morire d’infarto sul suo culo un grammo

fai la stronza in pubblico perché sai che non ti darò uno schiaffo

sembra una trappola quella tua pussy bagnata

e io sono una preda facile in tarda serata

e in fondo tu davvero non sei mai cambiata

questa cosa che sei troia non l’hai mai accettata

io che ragiono con il cazzo sarà  per l’età

tu invece ci metti il cuore soltanto in chat

quando mi faccio una sega penso ancora a te

perché una puttana così non si dimentica

Prima mi succhi il cazzo poi mi spezzi il cuore

vuoi che ti chiamo troia o che ti chiamo amore

hai tolto l’emozione prima dei vestiti

è nata da una scopata questa relazione

sei solo una puttana senza pappone

Io ti ho amato solo quando tu mi hai dato il culo

perché sapevo che ero il primo a entrare in quel buco

e io mi sento proprio come il mio cazzo ti giuro

nel senso che in stò posto sono  stretto al buio

lei fa la stronza però Silent conta fino a sei

con il senno di poi quel pugno mò te lo darei

dici che tu fai certe cose solo col Bombay

ma se diventi una puttana è perché un po’  lo sei

quando vengo a trovarti vengo e me ne vado

un gentiluomo in fondo non lo son mai stato

volevi vedermi a pezzi infatti mi hai lasciato

ma mi mancheranno i tuoi bocchini più di tutto quanto

forse è meglio che noi due scopiamo e basta

perché se provi ad abbracciarmi mi viene la nausea

scusa se ho perso il controllo non farmi causa

prendiamoci a schiaffi senza prenderci una pausa”

Pensavo di dover ricostruire questo testo – si tratta del brano “Zitta” dei trapper Silent Bob e Sick Budd  – ascoltandolo su You Tube e trascrivendolo parola per parola, giacchè mai avrei immaginato di trovarlo già accessibile nella sua forma “letteraria”. Solo per scrupolo ho provato a navigare in rete, scoprendo che il testo è invece riportato ovunque, a disposizione di tutti.

Ho scoperto successivamente che la figlia di dieci anni di un mio amico era arrivata anch’essa al testo, che ci cantava sopra il brano, che aveva involontariamente vissuto la sua prima lezione di “educazione sessuale” grazie a questo. C’è da chiedersi quali impressioni avrà ricevuto da questa rappresentazione della sessualità, quali “input” sulla propria personalità in erba, quali istruzioni sul modo di relazionarsi con l’altro sesso, sulla natura femminile, sulla metafora della donna come Carabiniera a cavallo. Con triste ironia potremmo chiederci chi – se non ci fosse stato in rete il brano musicale “Zitta” – avrebbe insegnato a questa bambina che il culo va porto anche come vassoio per qualche grammo da tirare, e che è normale farsi sputare in faccia da un uomo, restare furbescamente in mezzo alla gente per non farsi schiaffeggiare da lui, che è importante scoprire dentro di sé di essere troia e accettarlo, perché, pappone o non pappone, si è spesso,comunque, puttane.

Non si sa bene con quali immagini e con quali suggestioni la figlia di questo mio amico ha imparato la canzone a memoria e l’ha cantata al papà, credendo che il tutto ricadesse in una sorta di normalità.

Questo padre, giustamente allarmato, ha scritto  una lettera a Red Ronnie, che non mancherà – come in tante altre occasioni – di portare alla luce questo caso. Il problema, però, va molto al di là del singolo episodio, è il segno di una mancanza di controllo inaccettabile. Come Red non so rassegnarmi a tutto questo, e – a differenza di quanto i due trapper vorrebbero suggerire  con la loro canzone – non so restare “zitta”.

Non si tratta di affrontare la spinosa questione di cosa sia arte e cosa non lo sia ma di insistere su poche semplici domande:

Perché c’è libero accesso anche per i bambini e le bambine a questi contenuti?

Perché si ha paura di usare la parola censura, quando ogni forma di convivenza civile presuppone di censurare determinati comportamenti, e le stesse leggi dello Stato esistono per imporre restrizioni nei confronti di comportamenti che possono essere devianti e dannosi per la collettività?

Perché nessuna forza politica evidenzia e cerca soluzioni per il problema?

Perché si impegnano miliardi per gestire il distanziamento dei bambini a scuola e neanche un euro per tenerli lontani da questi contenuti accessibili facilmente sul web?

Si accettano altre domande.