A quando l’uscita bonus mobilità? Niente app o click day, rimborso sul conto

I soldi del bonus mobilità 2020 arriveranno direttamente sul conto corrente, non ci saranno app o click day

bonus mobilità 2020

INTERAZIONI: 255

Il bonus mobilità 2020 è atteso per il mese di settembre, dopo continui rimandi ed il fallimento dei relativi termini di legge per la pubblicazione del modulo di richiesta online, finalmente dovremmo esserci (utilizziamo il condizionale perché, in questi casi, non è mai detta l’ultima parola fino a cose fatte). Come riportato da ‘open.online‘, è bene chiarire che non ci sarà un’app per dispositivi mobili, ma una web-app, vale a dire un’apposita sezione del sito del Ministero dell’Ambiente su cui procedere al caricamento dei documenti richiesti per l’ottenimento del bonus mobilità 2020 sull’acquisto di monopattini elettrici, bici e biciclette elettriche (fattura o scontrino parlante, oltre che l’IBAN dell’acquirente).

Il rimborso verrà accreditato direttamente sul conto corrente di chi ha effettuato l’acquisto nell’arco di 10, 15 giorni dall’inoltro della richiesta, che verrà presa in considerazione al netto di logiche di click day. Ci si chiede, a questo punto, se i fondi a disposizione basteranno per tutti. Bisogna partire dicendo che si guaderà con priorità a quanti hanno già acquistato il proprio mezzo di locomozione (monopattino elettrico, bici, bicicletta elettrica o similari) dal 4 maggio, in modo da rimborsare subito tali soggetti della spesa sostenuta. La seconda parte del fondo, invece, verrà resa sotto forma di voucher da poter presentare direttamente ai negozi aderenti per l’ottenimento di sconto del 60% sull’acquisto, anche in versione digitale (si avranno a disposizione due mesi di tempo per l’acquisto a partire dall’emissione del voucher).

Sul portale dedicato dovrebbe apparire un conto alla rovescia in tempo reale con indicazione sui soldi rimasti, a partire da una base di 210 milioni di euro, sufficienti ad acquistare circa mezzo milione di monopattini e bici. Qualora i fondi stanziati non bastassero, le richieste inevase sarebbero comunque rifinanziate a partire dalla prossima legge di bilancio (non dovrebbero esserci problemi per nessuno, almeno sulla carta).