Dalla riesplosione delle proteste antirazziste seguite alla morte di George Floyd, Ryan Reynolds ha dimostrato di saper trasformare un nobile ma potenzialmente inconcludente sentimento di solidarietà in iniziative concrete a vantaggio delle minoranze. All’inizio di giugno, ad esempio, ha dichiarato di aver donato 200.000$ al NAACP Legal Defense Fund insieme alla moglie Blake Lively, ed entrambi hanno ammesso di vergognarsi della loro ignoranza sul profondo radicamento del razzismo sistemico negli Stati Uniti:
Non abbiamo mai dovuto preoccuparci di preparare i nostri figli a diversi tipi di stato di diritto o a cosa potrebbe succedere se ci fermasse la polizia. Non sappiamo cosa significa vivere quella vita ogni giorno. Non possiamo immaginare cosa significa provare quel tipo di paura e rabbia. Ci vergogniamo del fatto di non esserci informati su quanto fosse radicato il razzismo sistemico.
Ci impegniamo a crescere i nostri figli in modo che non proseguano su questa assurda strada e facciano il possibile per non infliggere mai alcuna sofferenza a un altro essere umano, consapevolmente o meno. È il minimo che possiamo fare per onorare non soltanto George Floyd, Ahmaud Arbery, Breonna Taylor ed Eric Garner, ma tutti gli uomini e le donne nere uccisi a telecamere spente.
- Reynolds, Ryan, Baccarin, Morena, Miller, T.J. (Actors)
- Miller, Tim (Director)
Nella stessa occasione la coppia ha promesso di sfruttare il nostro privilegio e la nostra piattaforma per essere degli alleati e aiutare ad alleviare il dolore di chi sente che questo grandioso esperimento li stia deludendo. Quelle che sarebbero potute rimanere vaghe promesse e frasi di circostanza si sono però già trasformate in un primo progetto concreto che Ryan Reynolds intende finanziare di tasca propria: The Group Effort Initiative.
Si tratta di un programma di formazione e consulenza per la promozione della diversità sui set cinematografici, grazie al quale delle persone di colore potranno essere coinvolte in produzioni cinematografiche finanziate dalla Maximum Effort dello stesso Reynolds. Più specificamente, saranno di volta in volta fra i dieci e i venti i tirocinanti formati sui set nella speranza di rendere il settore cinematografico più forte e dinamico grazie al contributo di talenti non ancora scoperti.
Ho visto con i miei occhi l’immenso talento di moltissimi tecnici, autori ed esperti, ha spiegato Ryan Reynolds all’Hollywood Reporter. Esser parte di una troupe è un’esperienza speciale, ma è un privilegio che a molti è stato precluso. Ci sono tanti talenti non ancora scoperti. Questa è la giusta iniziativa da intraprendere, ma è importante sottolineare che l’inclusività renderà il nostro settore anche più forte e dinamico. Racconteremo storie migliori.
La prima produzione della Group Effort Initiative è un thriller ancora senza titolo, scritto da Jonathan Tropper, diretto da Shawn Levy e atteso su Netflix. La storia è quella di un uomo che, tornando indietro nel tempo, ritrova sé stesso a 13 anni e il padre morto negli anni successivi. L’inizio delle riprese è fissato per novembre 2020.
Le riflessioni che Reynolds e Lively sembrano davvero intenzionati a proseguire si sono manifestate in modo concreto anche da un punto di vista personale. In una nuova intervista a Fast Company la coppia ha detto di essere profondamente e totalmente dispiaciuta per aver deciso di organizzare il proprio matrimonio in un’ex piantagione di schiavi della Carolina del Sud:
Ai tempi abbiamo visto soltanto un bel posto per un matrimonio su Pinterest. Ciò che abbiamo visto dopo è un posto costruito su una tragedia devastante. Anni dopo ci siamo risposati a casa, ma la vergogna funziona in modi strani. A un cazzo di errore enorme come quello puoi rispondere facendo finta di niente oppure osservando le cose in una prospettiva nuova e facendo qualcosa di concreto. Non significa che non combinerai altri casini, ma riorganizzarti mentalmente e mettere in discussione dei condizionamenti sociali consolidati da una vita è un lavoro continuo. [Esserci sposati lì] è qualcosa di cui saremo sempre profondamente e totalmente dispiaciuti. Accettarlo è impossibile.
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