Recensione Ghost of Tsushima, i dilemmi etici di un Samurai

Sucker Punch torna sulla scena videoludica con un prodotto che omaggia il Giappone feudale, in un'avventura d'altri tempi

Ghost of Tsushima

INTERAZIONI: 7

Essere Ghost of Tsushima, in questa calda estate 2020, non è di certo un compito semplice. E quando parliamo di calore, non ci riferiamo esclusivamente alle temperature atmosferiche. Il termometro del mercato videoludico è schizzato alle stelle proprio nelle ultime settimane, complice l’arrivo del tanto atteso The Last of Us Part 2. Un’uscita parecchio attesa dalla community di casa Sony, che da tempo bramava il nuovo capitolo della serie curata da Naughty Dog.

Ecco, arrivare sugli scaffali a poca distanza da un’uscita tanto importante per il mercato delle esclusive PS4 non è stato di certo semplice. Ma Ghost of Tsushima ha mantenuto il suo innato contegno, come solo un Samurai saprebbe fare.

Onore o funzionalità? La scelta di Ghost of Tsushima

E proprio al mondo dei samurai è dedicata questa nuova IP targata Sucker Punch. Un nome che è garanzia nel mondo Playstation. Basti ricordare infatti i lavori del team, da inFamous a Sly, per avere un’idea dell’importanza che ha rivestito nella crescita del mondo videoludico di Sony. E con Ghost of Tsushima l’ambizione è quella di creare un nuovo universo ludico che, magari, possa avere risvolti anche futuri. Ma lasciamo stare i discorsi lungimiranti e concentriamoci sul presente videoludico.

L’isola di Tsushima, nel giappone feudale del 1274 è preda dell’impeto mongolo. L’esercito condotto da Khotun Khan ha sbaragliato l’esercito dei samurai e saccheggia ogni cosa sul suo cammino. Inchinarsi o soccombere: queste le alternative a disposizione. Oppure combattere. Ed è questa la strada scelta da Jin Sakai, protagonista di Ghost of Tsushima. Un samurai (quasi) caduto che, complice la mano di improbabili alleati, è chiamato a riportare l’isola sotto il controllo dello Shogun.

Un’avventura che lo vedrà scendere a compromessi con tecniche che non rispecchieranno l’etica samurai. L’onore lascerà il passo all’uso dell’astuzia, con assassinii e agguati nell’ombra che spalancheranno le porte alla via dello Spettro. E saranno compromessi, questi, necessari per portare a termine la propria missione, anche a costo di deludere lo zio, Lord Shimura, Jito dell’isola.

Un popolo da salvare

E sarà un cammino non facile quello che porterà gli utenti a esplorare le tre macroaree che comporranno Tsushima. Tante le attività disseminate a destra e a manca, che si sbloccheranno progressivamente con il dipanarsi della trama. Una narrazione che sarà sì lineare, ma che potrà contare su diverse storie che andranno a comporre un quadro organico molto interessante.

E in ogni singolo frangente, Jin Sakai potrà dare il proprio contributo, che alla fine tornerà con gli interessi. Il compito dello Spettro di Ghost of Tsushima è infatti quello di allestire un esercito che metta in fuga gli invasori mongoli. Un piano di certo non semplice, ma che verrà costruito, mattone su mattone, grazie anche e soprattutto alla strategia del terrore.

Il nome dello Spettro circolerà infatti progressivamente tra le fila dei nemici, che in diverse occasioni non mancheranno di darsela a gambe piuttosto che tentare (invano) il confronto sul campo di battaglia. Starà poi agli utenti – e alla loro abilità, pad alla mano – portare il lieto fine nell’avventura.

Sopravvivere in Ghost of Tsushima

Numerose le tecniche che si potranno apprendere in Ghost of Tsushima, spendendo i punti abilità conquistati durante la campagna. Ogni confronto e ogni attività portata a termine garantiranno un determinato quantitativo di punti esperienza, che andranno inoltre a incrementare la fama dello Spettro. Diversi stili di combattimento saranno intercambiabili durante gli scontri, e calzeranno a pennello per ogni tipologia di avversario.

La Forma della Pietra sarà quella perfetta per coloro che si presenteranno armati di sole spade. I nemici con lo scudo non barcolleranno con questi colpi, ed ecco che in questa circostanza la parte del leone la farà la Forma dell’Acqua.

Chi invece proverà ad arrecare danno con armi lunghe (la lancia) troverà difficoltà nell’affrontare un Jin Sakai in edizione Forma del Vento. Infine, i colossi dalle dimensioni spropositate barcolleranno in seguito ai colpi subiti con la Forma della Luna.

Queste quattro forme faranno poi il paio con colpi speciali, il cui apprendimento è previsto nel corso della storia principale, che saranno in grado di sfondare ogni difesa.

Interessanti risultano poi alcune implementazioni ottimizzate al meglio per quanto riguarda il gameplay. In primis la concentrazione, accumulabile in seguito ai colpi piazzati o alle parate ben gestite, e che sarà spendibile per ripristinare la salute o per portare a segno i colpi speciali di cui sopra. La seconda è la gestione del sistema GPS del gioco, che approfondiremo però nel paragrafo precedente.

Venti d’oriente

Scelte artistiche molto precise quelle operate in Ghost of Tsushima, che cìvogliono creare un’amalgama perfetta dello stile orientale. Il Giappone visto dagli occidentalissimi Sucker Punch è un tripudio di colori e di simbolismi che rende onore alle migliori produzioni di stampo nipponico.

Nulla è lasciato al caso, anche la gestione degli spostamenti. Lo schermo resterà “pulito” da qualsivoglia indicatore, e per capire la direzione da prendere basterà swipare in alto sul touchpad per richiamare il vento guida. In questo modo, folate cominceranno a scuotere la vegetazione circostante, dando agli utenti un’idea chiara e inequivocabile del percorso da intraprendere.

Una scelta apprezzabilissima, e che ben si sposa con i paesaggi bucolici che fanno da sfondo all’epopea di Jin Sakai. Qualche sforzo in più lo si sarebbe potuto richiedere sulle animazioni facciali dei co-protagonisti, che restituiscono poche emozioni. O ancora sulle routine dell’IA nemica, troppo ligia nel seguire le stesse sequenze di attacco o gli stessi itinerari nelle ronde.

Sono piccoli nei in una produzione apprezzabile sotto ogni punto di vista, e che saprà rendere omaggio alle tradizioni orientali.

Pro

Contro

VOTO FINALE 8.5/10