Un grande sole dal buco nero illumina, si fa per dire, il compleanno di Chris Cornell che oggi avrebbe compiuto 56 anni. Ciò non accade, almeno non sulla Terra, perché esiste ancora un mondo in cui la voce dei Soundgarden, degli Audioslave e dei Temple Of The Dog non si è mai spenta.
È quello dell’arte, il cui fuoco giace nel letto del fiume di dolore insieme ai cadaveri dei suoi figli maledetti, come recitavano i Timoria nell’album Eta Beta (1997). Nato a Seattle il 20 luglio 1964, Chris Cornell è sempre nella rosa degli artisti che hanno cantato il grande smarrimento degli anni ’90, diventando una vera e propria bandiera.
Con i Soundgarden ha messo il suo personale tassello nella discografia del grunge, lo stile legato indissolubilmente a Nirvana, Pearl Jam, Silverchair, Alice In Chains, Smashing Pumpkins e Melvins e ancora oggi Black Hole Sun è un manifesto di quegli anni.
Nell’esperienza con gli Audioslave aveva confermato, ancora una volta, la forza del suo canto. Un canto per il quale Chris aveva scelto di farla finita, quel tragico 18 maggio 2017, quando da una stanza d’albergo di Detroit aveva salutato sua moglie per un’ultima volta e il mondo intero.
Nel giorno del compleanno di Chris Cornell, il 20 luglio 2017, si tolse la vita Chester Bennington e si spegneva un’altra voce di generazionale. Oggi, mentre passeggiamo tra i ricordi del nostro camposanto dell’arte, arrivano anche parole piene di amore.
Il compleanno di Chris Cornell viene ricordato da sua moglie Vicky in un tweet dedicato a suo marito. Vicky non si scioglie in lacrime, non cita un suo verso e non pubblica vecchie istantanee: la vedova Cornell usa le note di Patience e ricorda suo marito per il suo sorriso, capace di farle battere il cuore come la prima volta in cui si incontrarono. C’è ancora tanto amore, nel giorno del compleanno di Chris Cornell.