Le frasi di Paolo Borsellino a 28 anni dalla strage di Via D’Amelio nel ricordo del 19 luglio

Nel ricordo dell'evento che ha segnato un momento terribile della nostra recente storia italiana

frasi di Paolo Borsellino

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Le frasi di Paolo Borsellino non possono non accompagnare questa giornata del 19 luglio, nel triste anniversario della strage di Via D’Amelio a Palermo, avvenuta oramai 28 anni fa nel lontano 1992. Proprio come oggi, era domenica quando il magistrato si recò al centro della città di Palermo per visitare, come di consuetudine, sua madre ma purtroppo trovò la morte alle 16:58, per l’esplosione di una Fiat 126 imbottita di tritolo.

Tutto avvenne esattamente come nel caso del grande amico e collega Giovanni Falcone a cui era stata assegnata la stessa terribile sorte solo due mesi prima a maggio con la strage di Capaci. Polo Borsellino venne messo a tacere nella sua continua e approfondita opera di smascheramento del sistema Mafia ma anche nei rapporti di questa con i poteri statali.

Le frasi di Paolo Borsellino non possono che essere ancora una volta recitate, rilette, interpretate anche se a distanza, ormai, di quasi tre decenni. L’enorme sacrificio di vite umane della strage di Via D’Amelio ancora deve portare un po’ tutti a riflettere su uno degli episodi più brutti della nostra storia recente. Non va infatti dimenticato che insieme al giudice Borsellino appunto, in quel pomeriggio di luglio del 1992 persero la vita anche 5 agenti della scorta ovvero Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

In tutte le frasi di Paolo Borsellino più celebri che riecheggiano ancora in ricorrenze come quella odierna traspare la chiara consapevolezza di una missione fondamentale alla quale si è stati chiamati. Con l’amico fraterno Giovanni Falcone, Borsellino ha condotto una guerra serrata, senza la ben minima esitazione. La paura ha accompagnato il viaggio verso la verità, ma come più volte ribadito, è stata anche accompagnata dal coraggio per superare gli incredibili ostacoli che si sono sovrapposti lungo il percorso.

E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.

Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.

A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato.

Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.

Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.

Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno.

L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza.