La bufala delle villette aschiera, grazie al nome dell’Architetto Enrico

Una fake news da esaminare con attenzione per il pubblico che sta credendo ad una storia decisamente singolare

Villette aschiera

Villette aschiera


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Non sono isolati i post su Facebook, da circa 24 ore a questa parte, con cui si afferma che “villette aschiera” rappresenti il modo corretto di etichettare le case di medie o grandi dimensioni, collocate in successione. Una vera e propria bufala, che potrei collocare ad un livello più elevato rispetto a quella di Villa Pamphilj, che abbiamo analizzato di recente su OptiMagazine, se non altro perché qui tutta la storia viene associata ad un architetto mai esistito.

Il post che sta circolando su Facebook, ancora attuale oggi 29 giugno, afferma che fino ad oggi abbiamo parlato sempre di “villette a schiera”, in quanto costruite insieme. In sostanza, ci siamo riferiti ad abitazioni uguali e in fila, ma secondo la fake news in questione le cose non starebbero così. La credenza popolare, infatti, pare sia smentita dal fatto che tali complessi abitativi abbiano preso il nome da Enrico Aschiera. Ed è qui che la bufala raggiunge livelli memorabili.

Le prove che “villette aschiera” sia un errore

In pratica, il messaggio virale, secondo cui è corretto parlare di “villette aschiera”, nasce dalla presunta storia di un architetto novarese che le propose in Italia nel 1930, dopo averle osservate nel corso di un viaggio in Svezia. Eppure, basta una visita su Treccani per scoprire quale sia il modo corretto di etichettare tali abitazioni, senza contare che, effettuando ricerche online, non emerga alcuna prova dell’esistenza di un architetto chiamato Enrico Aschiera. Dunque, la catena che sta circolando da un po’ di ore a questa parte è a tutti gli effetti una presa in giro per gli italiani.

Dopo la storia delle villette aschiera, nate dall’idea dell’architetto Enrico Aschiera, staremo a vedere quale sarà la prossima trollata che diventerà virale sui social, soprattutto considerando l’elevato numero di utenti che ci sta credendo.