Quarta regione dove si può giocare a calcetto: più chiari protocollo e riapertura

Alcune informazioni con le quali potremo approcciare al meglio l'argomento, aspettando altre novità nel weekend

Giocare a calcetto

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Arrivano ancora una volta novità per coloro che vogliono giocare a calcetto, con la riapertura su base nazionale sempre più vicina, al di là delle indicazioni che sono arrivate di recente dal CTS. Dopo i segnali di chiusura del Comitato, come notato attraverso un nostro recente approfondimento, abbiamo appreso che un numero crescente di regioni stia adottando iniziative in piena autonomia per sbloccare una volta per tutte la situazione. Con relative tracce del protocollo da seguire che possiamo già individuare oggi 26 giugno.

Regioni in cui si può giocare a calcetto: dettagli protocollo e riapertura

Nello specifico, l’ultima regione a muoversi in ordine di tempo per consentire a tutti di giocare a calcetto presso le strutture dedicate è stata la Liguria. Una presa di posizione chiara da parte del governatore Toti, la cui delibera consente di aggiungersi a realtà come quelle di Sicilia, Abruzzo e Puglia che avevano già deciso di fare questo step. Insomma, nonostante si attenda una presa di posizione chiara ed uniforme dal governo, a questo punto occorre dare per scontato che qualsiasi regione possa seguire una strada specifica in modo autonomo.

Insomma, appare chiaro che ci siano più o meno i presupposti affinché la riapertura di questi centri possa essere garantita in ampie zone del Paese. Resta da capire se nel corso del fine settimane avremo linee guida in merito dal governo, soprattutto dopo che Spadafora ha scritto a Conte a nome di tutti coloro che vogliono giocare a calcetto. L’alternativa è che le singole regioni si assumano la responsabilità, come avvenuto proprio in queste ore con la Liguria.

Per quanto riguarda il protocollo da seguire per i gestori dei centri e per chi intende giocare a calcetto, al momento si parla solo di divieto di praticare sport in presenza di febbre (presumibilmente oltre la temperatura di 37,5°), senza dimenticare l’utilizzo di un registro degli accessi agli impianti e la sanificazione costante. Nessuna menzione sugli spogliatoi.