Novità bonus auto rottamazione 2020, anche per l’usato

Settore messo in ginocchio dal Coronavirus: come potrebbe cambiare il bonus auto rottamazione

bonus auto rottamazione

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Parliamo del bonus auto rottamazione, dato che quello automobilistico è probabilmente tra i settori economici più colpiti dall’emergenza sanitaria da Coronavirus. Sono vari gli emendamenti al Decreto Rilancio a riguardo, e di conseguenza gli scenari possibili. Al momento si tratta solo di ipotesi, che tuttavia ci è sembrato giusto condividere con i nostri lettori. Come riportato da ‘quifinanza.it‘, se approvato, l’emendamento entrerà in vigore il 1 luglio, con durata fino al 31 dicembre di quest’anno.

Le opzioni sono due: il bonus auto rottamazione potrebbe prevedere un incentivo di 4 mila euro (2 mila di provenienza statale e 2 mila dai concessionari) per chi si disfa di un veicolo con più di 10 anni, ed uno sconto di 2 mila (suddivisi tra mille statali e mille dei concessionari) per chi, pur non rottamando, acquisterà una nuova vettura Euro 6 con emissioni di CO2 superiori a 61g/km (sempre nel periodo temporale sopra indicato). Dal 1 gennaio 2021 e fino alla fine del prossimo anno, il bonus auto rottamazione verrà diminuito a 2 mila euro.

Si fa presente che l’incentivo coinvolge anche il mercato dell’usato: dal 1 luglio al 31 dicembre 2020, infatti, sarà possibile procedere alla rottamazione di un veicolo usato Euro 0, 1, 2 e 3 a favore di un usato non al di sotto della classe Euro 5, così da ottenere un bonus rottamazione auto di mille euro, beneficiando al contempo dall’esenzione delle spese fiscali sul procedimento di trasferimento dell’auto. Un contributo che speriamo verrà confermato, così da far respirare il settore, in forte affanno per via del Covid. Stando ai dati rivelati dal Ministero dei Trasporti, le immatricolazioni nel primo mese successivo alla riapertura hanno conosciuto una riduzione del 49,61% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ad aprile le vendite avevano quasi sfiorato lo 0 (-97,55%). Il fatturato ha perso la bellezza di 8,3 miliardi, a cui si aggiungono 1,8 miliardi di gettito IVA, anch’esso in calo.