Tra i giochi indipendenti dell’ultimo periodo, Stranded Deep ha senza dubbio attirato la mia attenzione. Un gioco sostanzialmente semplice, ma che va a stuzzicare la vena survivalista insita in ogni giocatore. E chi vi sta parlando attraverso questo articolo è stato un grande fan di Don’t Starve, per farvi un esempio. Oltre che della serie televisiva Lost.
Ecco, proprio da Lost il gioco di Beam Team Games mutua le premesse narrative. O almeno ci prova, visto che ci sono piccole ma importanti differenze: un disastro aereo ci catapulta su un isola deserta. Nessun volo di linea coinvolto, ma un jet privato in viaggio verso chissà dove. Non sarà importante, dal momento che la destinazione finale sarà un’isola deserta, e il compito uno solo: sopravvivere.
Stranded Deep come Lost, l’isola vi attende!
Dicevamo, premesse narrative basiche quelle di Stranded Deep, ma che riescono perfettamente nel loro intento. Nei panni di uomini d’affari di città, ci ritroveremo a confrontarci con la natura più selvaggia, armati di solo ingegno e delle disponibilità offerte dall’ambiente circostante. Ecco dunque che il gioco mette subito in evidenza l’importanza del crafting, con la raccolta di oggetti e la loro combinazione che risulterà cruciale per garantirsi la sussistenza.
Nessuno farà le cose al posto vostro, quindi starà a voi aguzzare l’ingegno e armarvi nel migliore dei modi. Una pietra acuminata, un bastone e dei legacci ottenuti da piante di Yucca diventeranno il vostro coltello, per fare un esempio. E con questo potrete scuoiare i granchi catturati in riva al mare per procedere poi alla cottura.
Tutto questo sarà soltanto la punta di un iceberg che affonda le sue radici ben sotto la superficie. Il proseguire dell’esperienza ludica in Stranded Deep vi metterà infatti di fronte a situazioni di gioco molto diverse tra loro. E ogni partita sarà in grado di sorprendere, grazie alla creazione degli ambienti di gioco gestita proceduralmente. Nessun game sarà infatti uguale al precedente, un fattore che incentiva la rigiocabilità e migliora la longevità di una produzione che punta tutto sul livello di sfida proposto agli utenti.
L’importanza di essere anfibi
Non di soli granchi si vivrà nel corso delle proprie vite digitali in Stranded Deep, con gli alter ego digitali che avranno bisogno di alimentarsi in maniera sostanziosa. Le funzioni vitali saranno monitorate attraverso un comodo smartwatch, sempre richiamabile alla vista. Nessun hud presente sullo schermo, al fine di migliorare il grado di immersione. Le immersioni saranno invece quelle nel blu del mare, alla ricerca di tesori sommersi da recuperare, che siano utili alla causa della sopravvivenza. Anche le esplorazioni avranno il loro perchè nel gioco, con le isole circostanti che potranno riservare gradite sorprese. Per raggiungerle bisognerà attrezzarsi di zattera e tanta pazienza, oltre che di sprezzo del pericolo. Il mare nasconderà insidie, tra le quali spicca quella degli squali. Meglio non avventurarsi troppo lontano se non si vuole correre il rischio di diventare un succulento pasto per un ambizioso pescecane.
Qualche nota dolente
Insomma, di carne a cuocere ce n’è parecchia, ma anche qualche difettuccio non è mancato di saltare all’occhio in Stranded Deep. Innanzitutto le isole risultano essere molto limitate dal punto di vista della superficie esplorabile. Una maggiore estensione avrebbe consentito un grado di immersione totalmente diverso, oltre a instillare nei giocatori la necessità di creare un proprio campo-base. Questa necessità non sovviene, dal momento che le esplorazioni delle isole vicine prenderanno il sopravvento, costringendo quindi gli utenti a una continua peregrinazione.
Anche il comparto tecnico risulta essere gradevole, sebbene qualche magagna non sia sfuggita. I controlli parzialmente legnosi fanno il paio con texture non proprio definitissime, che sgranano a distanza ravvicinata. Un neo accettabile se si pensa comunque al budget limitato a disposizione degli addetti ai lavori, che con Stranded Deep sono riusciti a confezionare una piccola perla che farà la felicità degli appassionati di sopravvivenza.
Pro
- Grande spazio al crafting
- Immersione gradevole
Contro
- Isole troppo piccole
- Qualche magagna tecnica