Sono i tatuaggi di Silvia Romano a svelare una bufala su un esperimento sociale del 2017

Un'analisi più dettagliata a proposito della fake news che gira da alcune ore sui social. Sentenza scontata

Tatuaggi di Silvia Romano

Tatuaggi di Silvia Romano


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Sta girando in queste ore l’ennesima bufala archiviata solo risalendo ai tatuaggi di Silvia Romano. Dopo la questione relativa al fatto che la ragazza indossasse un Rolex Lady in oro al momento del suo arrivo in Italia, secondo le precisazioni che vi ho riportato nella giornata di ieri, oggi 13 maggio va archiviata definitivamente un’altra fake news che sta circolando a proposito di un presunto esperimento sociale che la milanese avrebbe condotto addirittura nel 2017. Come? Andando in giro nuda per le strade di Bologna.

Grazie ai tatuaggi di Silvia Romano viene svelata un’altra bufala

Effettivamente, c’è una vaga somiglianza tra le due ragazze, anche perché il video che mostra la ragazza nuda a Bologna poco meno di tre anni fa non è di qualità eccelsa. Tuttavia, ci sono alcuni dettagli che consentono di risalire alla verità. Ovviamente non vi mostriamo le immagini del 2017, ma attraverso lo studio di Open è possibile evidenziare che la protagonista dell’esperimento sociale di tre anni abbia un tatuaggio sul petto molto più grande rispetto ai quello di Silvia Romano. Già questo dovrebbe bastare per smentire la notizia in questione.

Ci sono poi altri aspetti che vanno oltre i tatuaggi di Silvia Romano. Ad esempio, Bufale ci ricorda che la ragazza di Bologna nel 2017 avesse 27 anni, grazie anche ad articoli pubblicati a suo tempo dalla stampa nazionale. Silvia, invece, ha qualche anno in meno. A questo, si aggiunge che la protagonista del suddetto esperimento sociale sia di origini valdostane, mentre è risaputo che Silvia Romano sia di Milano.

Insomma, dovremmo avere elementi sufficienti per smentire la bufala del 13 maggio, andando al di là della storia riguardante i tatuaggi di Silvia Romano. L’auspicio è che l’ondata di fake news su di lei si possa in qualche modo arrestare, dopo le polemiche per la sua conversione all’Islam.