Lo sport ed il cinema sono due grandi passioni negate dal maledetto Coronavirus. Ma questa necessaria clausura è un’ottima occasione per rivedere i capolavori dello sport sul grande schermo. Ho voluto stilare la mia personale classifica, ma in questo gioco – antidoto alla depressione da Coronavirus – voglio coinvolgere tutti gli appassionati d’Olimpia e della celluloide.
La produzione cinematografica dedicata allo sport è sterminata ed attraversa tantissime discipline sportive. “Fuga per la vittoria” , con Pelè sul set, racconta la fuga di un squadra calcistica di Alleati nella Parigi occupata dai Nazisti. Silvester Stallone, che di quella squadra era il portiere, ha reso immortali le gesta del puglie Rocky. La scalata frenetica dello scalone monumentale del Museo di Philadelfia è una delle scene più celebri della storia del cinema. Ci vorrebbe lo Stallone Italiano per mollare un ko al Coronavirus.
“Momenti di gloria”, con la meravigliosa colonna sonora di Vangelis, esalta la corsa, 42 è un inno all’integrazione razziale negli USA dopo la seconda guerra mondiale attraversa la storia di J. Robinson primo atleta afroamericano nelle majors di baseball .
Ho cominciato la mia presentazione dagli esclusi dal podio. Sono tutti grandi capolavori che dimostrano quanto il tema sia intrigante e quanto difficile sia la scelta. Ne ho scelte tre, che ritengo le più importanti perché dello sport esaltano la missione sociale e la tensione costante al miglioramento personale e collettivo attraverso la sconfitta delle avversità. Proprio quello che serve per distruggere il Coronavirus.
Al terzo posto del podio “Ogni maledetta domenica”. Il discorso negli spogliatori di Al Pacino prima della partita decisiva esprime tutta la feroce determinazione necessaria per vincere nello sport e nella vita sputando sangue per conquistare ogni centimetro, perché da quel centimetro dipendono la vittoria o la sconfitta, la vita o la morte.
Al secondo posto “Cinderella Man” dove il gladiatore Russell Crowe interpretata la fiaba americana di un pugile che diventa il simbolo della speranza dell’America di uscire dalla depressione del ’29.
Il mio Oscar sportivo, al tempo del Coronavirus, lo assegno ad Invictus. Un monumentale Morgan Freeman interpreta Nelson Mandela che, attraverso la vittoria dei Mondiali di rugby, ricostruisce l’unità nazionale del SudAfrica superando l’odio razziale. E’ un auspicio di vittoria per tutti noi. Se si può sconfiggere il virus del razzismo, riusciremo a sconfiggere anche il Coronavirus.